Page 72 - Rivista Mensile NOIQUI
P. 72
ELVIRA QUAGLIARELLA
L’INVISIBILITA’ DEI BAMBINI
Tutti abbiamo qualche ferita. Alcune sono graffi superficiali, danno fastidio con mo-
derazione ma non influenzano troppo le giornate. Altre sono più profonde, cicatriz-
zano con difficoltà e con difficoltà si cerca come renderle parte integrante del resto
del corpo, si cerca come farne armonia con il resto della propria pelle.
Alcune però sembrano indelebili, sono solchi dolorosi, pronti a sanguinare di nuovo
anche dopo molto, troppo tempo. Sono le ferite che crescono con noi, quelle che si
nascondono, che diventano altro e impediscono alla vita di essere la danza armonica
che dovrebbe, rendendola incerta, fragile, appena definibile. Molte di queste sono le
ferite degli Invisibili. Persone cresciute pensando di non esserci e che desiderano, e
temono insieme, il potere di uno sguardo. Sentirsi non visti, trasparenti è una sen-
sazione triste, dolorosa, frustrante. Desiderare che qualcuno noti la nostra presenza
e di essere in qualche modo considerati. Desiderare di essere come ti sembrano “gli
altri”, sicuri, capaci di esprimere la propria opinione, bravi nell’essere protagonisti
ed invece stare lì in mezzo a loro e sentire lo sguardo degli altri passare oltre, come
essere invisibili. Il sentirsi invisibili nasce da noi stessi. Non possiamo, infatti, essere
visti dagli altri, se noi per primi non riusciamo a vederci, nascondendo a noi stessi
il nostro vero essere; ci comportiamo con noi stessi come se non esistessimo, come
se non avessimo esigenze, diritti, desideri; come se dovessimo sempre rispondere
ed agire secondo i nostri doveri e mai seguendo quello che veramente vorremmo e
potrebbe procurarci benessere. Ci comportiamo come se quello che pensiamo non
avesse valore, come se non potessimo mai dire no, sempre cercando di assecondare
gli altri per essere in qualche modo riconosciuti ed amati. Chi si sente invisibile ha
imparato a rendersi tale fin da bambino, ha imparato a nascondersi, a camminare in
punta di piedi per non disturbare con il rumore dei propri passi. Fin da bambino ha
imparato a chiedere il meno possibile, a parlare a voce bassa, perfino a giocare senza
fare rumore, a chiedere sempre “permesso”, a lasciarsi ferire dagli altri, sentendosi
sempre non meritevoli d’amore e responsabili del malessere altrui. Chi si sente invi-
sibile non è mai stato visto, in primo luogo, dai propri genitori. In genere proviene
da famiglie con problemi relazionali, famiglie altamente conflittuali o con un genitore
con problemi di depressione o altre patologie; famiglie con situazioni problematiche
su cui sembrava essere focalizzato l’interesse dei genitori. Per questo, da bambini si
è cresciuti con l’idea che quello che accadeva in famiglia fosse in parte colpa propria,
che se si fosse stati buoni, accondiscendenti, se non si fosse arrecato disturbo, magari
il malessere della propria madre o del proprio padre o gli altri problemi sarebbero
spariti; con la convinzione che se si fosse stati dei “bravi” bambini, si sarebbe ottenu-
to amore e riconoscimento. Questi pensieri, queste ferite, purtroppo, non scompaio-
no con il tempo, ma sono diventate la colonna sonora della propria vita, portandoci a
ripetere la stessa modalità relazionale a scuola, con gli insegnanti, con gli amici e poi
nel lavoro, nella relazione di coppia, nel rapporto con i propri figli. Le persone che si
sentono invisibili, sono persone estremamente sensibili, intelligenti che potrebbero
72
periodico mensile del gruppo NOI