Page 68 - Rivista Mensile NOIQUI
P. 68

IRIS VIGNOLA



               nita fra le mani per puro caso.» «Sì, come no! Per caso, proprio! Che bugiardo!», sbottò,
               con rabbia, la piccola interlocutrice. «Siediti, Anna; il nonno sta per giungere all'epilogo
               della storia: siccome l’insegnante non era così ingenuo da pensare che l'avergliela sottrat-
               ta fosse stata una svista, sgridandolo non poco, lo mandò in punizione dietro alla lavagna,
                                                      però non prima che avesse tirato fuori dal proprio
                                                      sacco il fulcro della discussione. Nonostante avesse
                                                      aspramente rimproverato il colpevole, in seguito,
                                                      presupponendo giustamente che ognuno degli alun-
                                                      ni  fosse  al  corrente  del grave atto compiuto dal
                                                      compagno, reiterò moniti generalizzati. Successiva-
                                                      mente, osservando bene la penna di Rinaldo ancora
                                                      tra le mani, si chiese che cosa avesse di tanto specia-
                                                      le, da  far  ammalare  il suo proprietario  per  averla
                                                      smarrita. Mentre, in procinto di porla sulla cattedra,
                                                      rifletteva sull'enigma, si accorse del pennino rovina-
                                                      to; motivo per cui, richiamò immediatamente il la-
               dro, il quale, spaventato e indubbiamente assalito dal rimorso per il misfatto commesso
               che, viste le critiche condizioni di salute del proprio compagno, al momento gli appariva
               in tutta la sua gravità, finalmente si decise a confessare e, inoltre, ammettendo di averla
               sbadatamente fatta cadere più volte, confessò la causa della rottura del pennino. Pertanto,
               consapevole che il bimbo malato mai più avrebbe potuto giovarsi della penna ampiamen-
               te amata, il maestro, a titolo di risarcimento, propose un patto a tutti i componenti della
               classe, il quale, se accettato, avrebbe potuto assolverli dal grave atto compiuto e, altresì,
               rendere pace alle loro coscienze, le quali, dopo essersi assopite per diverso tempo, arran-
               cavano sulla via del risveglio.» «Sai, nonno, ho capito che cosa vuoi dire!», lo interruppe,
               Anna. «Immagino che tu abbia capito: so che sei molto perspicace. Sto per terminare:
               quindi, come dicevo, prospettò loro un accordo che avrebbe decretato l’abolizione del
               torto comune, nonché il susseguente ravvedimento, ossia l'accettazione tesa a indire una
               colletta, per mezzo della quale si sarebbero avvalsi della possibilità di acquistare un pen-
               nino nuovo, per la penna di Rinaldo. A tale proposta, i visi degli scolari si illuminarono,
               sia immaginando il compagno guarito, con la sua penna in mano, dotata del pennino
               nuovo di pacca, sia per il perdono concesso. E, detto fatto, dopo aver riconosciuto la
               gravosa colpa davanti ai propri genitori ed essersi fatti consegnare un gruzzoletto, raci-
               molarono una lauta somma, con cui, assieme al loro docente, si recarono nell’unica gio-
               ielleria del borgo, portandosi addietro la famosa penna, alla cui estremità fecero inserire
               un pennino d’oro. Successivamente, camminando in fila indiana alle spalle di costui, at-
               traversarono il bosco spronati dall'intenzione di raggiungere l'abitazione del bambino,
               felici come non lo erano mai stati nella loro pur esigua esistenza, in quanto certi di anda-
               re a compiere una buona azione. Difatti, Rinaldo, nel frattempo disteso sul letto, avvertì
               un gran vociare; però, dato che nulla e nessuno ormai contava per lui, assolutamente solo,
               senza la sua cara penna, non si smosse dalla propria statica postura. Percepiva di aver
               perso sogni e desideri, insieme a essa, svaniti da quel luogo appropriato a farli sostare per
               lungo tempo, dal momento che non avrebbe più potuto trascriverli sopra fogli candidi,
               affinché potessero rimanere impressi a guisa di ricordi, se, allorquando sarebbe stato
               grande, non fosse stato in grado di realizzarli. All'inverso visibilmente euforica, la sua
               mamma spalancò la porta della stanza, onde esortarlo ad alzarsi; e, al suo rifiuto, glielo



               68

    periodico mensile del gruppo NOI
   63   64   65   66   67   68   69   70   71   72   73