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RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2025 https://www.youtube.com/@noiqui/featured
non portano che lacrime e distruzione. Solo attra-
verso la pace e la memoria possiamo sperare in un
domani migliore, dove il ricordo di ciò che è stato
serva da monito per le generazioni future.
Raccontare la storia di un paese che ha vissuto
la guerra è un atto di memoria fondamentale, un
ponte tra il passato e il futuro, che consente alle
nuove generazioni di non dimenticare le atrocità
che sono state subite e perpetrate. Paesi come il
Kosovo, che hanno attraversato conflitti terribili,
conservano nei cuori e nelle menti di chi li ha vis-
suti un dolore che non può essere cancellato facil-
mente. Eppure, è proprio attraverso la scrittura
che possiamo assicurare che quella memoria non
vada perduta. Scrivere della guerra, dei suoi orro-
ri e delle sue devastazioni, non è mai un compito
facile. Per chi ha vissuto sulla propria pelle quegli anni terribili, farlo significa
tornare indietro nel tempo, rivivere ferite che non si sono mai completamente
rimarginate. È un processo che richiede coraggio, perché ogni parola scritta è
un atto di condivisione di un dolore profondo, di un ricordo che non può e non
deve essere dimenticato.
Eppure, è necessario farlo. È necessario che le nuove generazioni capiscano la
portata di quei momenti, non solo per evitare che la storia si ripeta, ma anche
per onorare il sacrificio di chi ha sofferto e di chi ha perso tutto. Scrivere di guer-
ra, soprattutto quando lo si fa attraverso un romanzo che unisce amore e dolore,
è ancora più difficile, perché si rischia di tradurre in parole l’impensabile. Se,
poi, i protagonisti di quella storia sono reali, se sono persone che hanno davvero
vissuto quel tormento, il peso della narrazione diventa ancora più straziante. In
queste storie, ogni emozione, ogni sofferenza, risuona nella sua massima inten-
sità.
Per questo motivo, voglio esprimere il mio più sincero elogio all’autore di questo
straordinario libro. Mi ha dato la possibilità di immergermi in un mondo che,
purtroppo, non è molto lontano, ma che è troppo importante da raccontare. La
sua capacità di dare voce a queste esperienze, di trasformarle in parole che toc-
cano l’anima, è qualcosa di raro e prezioso. Voglio ringraziarlo di cuore per aver
condiviso con me una storia che mi ha emozionato profondamente, che mi ha
fatto riflettere e che, senza dubbio, mi accompagnerà a lungo.
Amo il Kosovo, una terra che visito spesso con piacere, dove ho tanti amici e
amiche care e sincere. Le cicatrici della guerra sono ancora visibili, ma la forza,
la resilienza e la bellezza di questa terra e della sua gente sono altrettanto evi-
denti. È proprio questa terra che ci insegna, con il suo esempio, quanto sia im-
portante non dimenticare mai, ma anche quanto sia fondamentale continuare a
guardare al futuro con speranza e coraggio."
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