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                      IFAT ISMAILI



                LA NASCITA DEL ROMANZO COME
                ESSERE INDIPENDENTE


                Scrivere un romanzo è una sfida prometeica
                con se stessi. È come stare distesi sulle onde
                del mare, e lasciarsi andare nelle mani del de-
                stino. Una barca a vela stracciata dalla furia
                del Magellano, non per scoprire nuovi territo-
                ri, ma per decifrare i sentimenti e gli enigmi
                della vita.
                La scrittura di per sé è un processo di inti-
                mità umana e individuale, che ha impulsi e
                necessità di uscire, di essere donata al grande
                mondo, proprio come una donna timida che si dona al primo amore, attra-
                verso un’immaginazione che dura anni per un principe azzurro. Più scrivi,
                più senti il dovere di essere sincero con te stesso e con il lettore immaginario.
                Lo immagini, seduto su una poltrona vicino alla finestra, mentre sfoglia pa-
                gina dopo pagina il tuo libro, ed è immerso nel desiderio di penetrare nei suoi
                pensieri e nelle sue impressioni, e se hai avuto la capacità di attirarlo dietro
                di te, con la tua magia di geroglifici e lettere.
                Ti è servito tempo, molto tempo e fatica insieme, per raccogliere tutto, dan-
                do nome, significato e ordine, affinché fosse degno di rappresentare il tuo
                spirito. Alla fine, hai convinto anche te stesso, che ciò che hai fatto non ti ap-
                partiene più solo a te, ma a tutti coloro che hanno l'arte dentro ogni cellula,
                poro e vibrazione dell'anima.
                Dalla mia poltrona di lettore curioso viaggio nei segreti e negli eventi del ro-
                manzo, e mi sembra sempre di essere un passo indietro rispetto ai personaggi,
                seguendoli incessantemente nelle vicende delle loro azioni.
                Proprio come gli esseri umani, anche il romanzo ha i suoi tempi e le sue sta-
                gioni. Dentro il mistero di un libro si muove un essere vivente. A volte sorri-
                de, altre volte si oscura e sospira, grida o canta. Sfogliando una pagina dopo
                l'altra, è come se togliessi, poco a poco, i vestiti per penetrare nella pelle e
                nelle cellule embrionali. E il romanzo non delude mai, quando la sua nascita
                arriva attraverso mani e una mente raffinata.
                Dal momento in cui il romanzo prende la sua strada verso il lettore, inizia
                la sua vita indipendente. Ogni lettore dalla sua poltrona crea le proprie im-
                magini e visioni dei personaggi, a volte andando oltre quei parametri che
                l’autore aveva dato.
                Il romanzo stesso, nella sua profondità, nasconde decine di altri romanzi. E
                molte altre domande, che in se stesse creano semi di romanzi.
                Questo è il romanzo. Nasce in un istante, in un tempo speciale da una mente
                creativa, poi non appartiene più al creatore, ma a se stesso.
                Giustamente il creatore svolge il ruolo della madre, ma la creazione, essendo
                una materia che viene dai vulcani dell’anima, si trasforma in materia eterea,
                si scioglie nei cieli, unendo ogni universo con il pensiero.
                Il romanziere, sapendo questo, si sente sollevato da un peso pesante. La sua


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