Page 84 - RIVISTA GIUGNO 2025
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RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2025     https://www.youtube.com/@noiqui/featured


                La contrapposizione tra lavoro e vacanza


                Protagonista di questa scena è il contadino
                che ha la falce in pugno, mentre falcia l’erba
                e il grano” e, allo stesso tempo, come sempre accade nel mese di giugno, si sen-
                te in lontananza il tuono che annuncia il temporale.
                Giugno, quindi, trova rappresentazione immediata attraverso l’immagine ti-
                pica dei campi con i contadini in piena operosità e il fattore meteo, dove i tem-
                porali annunciano l’arrivo dell’estate.
                È una fotografia del duro lavoro, della fatica e della dedizione dei contadini
                intenti a gestire la terra, contrapposta alla vita più facile degli alunni in classe.
                Il temporale è anche l’insidia del doversi affrettare a lavorare e raggiungere gli
                obiettivi, pena vedere il loro lavoro andare in fumo. Per certi versi quest’atti-
                mo dipinge il futuro dei ragazzi che non avranno buoni voti.
                L’estate non sarà per loro rosa e fiori, ma quella scena rurale, temporalesca,
                segna inevitabilmente un momento delicato nel destino di ogni alunno: lavoro
                e fatica o vacanza e divertimento.
                Finisce la scuola e arriva la pagella.
                Siamo dentro una classe. La tipica vivacità degli alunni sembra essere svanita,
                gli studenti hanno perso la parola. È arrivato il momento in cui l’insegnante
                prepara la pagella di fine anno.
                Chi non ha vissuto questo momento? Per mesi gli scolari si sono lasciati andare
                ad ogni forma di libertà e adesso la loro promozione e quindi vacanze e regali
                dipendono dalla scelta di quell’insegnante.
                Lo stesso che per mesi magari hanno deriso, preso in giro, maltrattato. Ma,
                adesso è l’insegnante che ha le carte in mano.
                L’arroganza e la presunzione degli studenti sembrano sparire. Non solo, leg-
                gendo la poesia, sembrano diventare morbosamente servili. Sarebbero disposti
                a tutto per evitare “quel quattro o quel cinque” e quindi la bocciatura.
                È facile dire, dovevano pensarci prima. Dovevano guardare prima fuori dalla
                finestra, assimilare che all’esterno della scuola la vita è fatta di sacrifici e lavo-
                ro duro per arrivare alla fine del mese.
                Se ci pensiamo, è un tema molto attuale in cui l’educazione all’applicazione,
                al lavoro, all’impegno sembrano un po’ distanti dalla logica contemporanea.
                L’essere giudicati è diventato intollerabile non solo da parte dei ragazzi, ma,
                soprattutto, dai loro genitori, convinti che i figli devono essere premiati sem-
                pre.
                Evidentemente, anche quel lavoro nei campi dei contadini di Gianni Rodari
                non è più nella mente proprio dei genitori, convinti che quel lavoro non spetta
                ai loro figli, ma dovrà essere gestito da altri che non sia la loro genia.
                Si è promossi per lo studio non perché si è furbi
                Torniamo in classe. Uno degli “scolaretti” con fare deciso  si fa portavoce
                dell’intera classe. Prega l’insegnante di evitare i brutti voti o giudizi negativi.
                Se il maestro giudicherà negativamente l’operato annuale dell’alunno, questi
                perderà la sua tanto desiderata bicicletta.
                Gianni Rodari è davvero geniale. In una filastrocca così simpatica e originale
                il grande poeta offre un messaggio educativo di grande rilievo.
                Quel giro in bicicletta proposto per convincere l’insegnante a dare un voto o
                giudizio positivo, non può essere d’interesse dell’insegnante. Così come qualsi-




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