Page 42 - RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2022
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MARIA CECILIA pIRAs                                                           tIzIAnA DI RusCIO



               PACE                                                                                                                                                                                                                RICONOSCERE LA VIOLENZA

                                                                                     Non è un semplice sostantivo, spesso viene usato come                                                                                         Ho conosciuto Tiziana e i suoi figli, durante il periodo di ri-nascita

                                                                                     stendardo in bandiere pluricolorate quasi si dovesse urlar                                                                                    in casa-famiglia. Una cosa che racconto ogni volta che ho l’onore di
                                                                                                                                                                                                                                   accompagnarla nei suoi incontri di testimonianza, è l’immagine di lei
                                                                                     vittoria su una battaglia....                                                                                                                 nella cucina della comunità di accoglienza, mentre riordinava le cose
                                                                                     In greco la parola pace viene dalla dea Irene (Ειρήνη) che                                                                                    della cena e con determinazione mi diceva che appena avrebbe rimes-
                                                                                                                                                                                                                                   so in piedi una vita nuova e dignitosa avrebbe scritto la sua testimo-
                                                                                     in latino corrisponde alla dea Pax.                                                                                                           nianza.

                                                                                     Ειρήνη era una giovane donna raffigurata con un ramo-                                                                                         Perché Tiziana oltre ad essere una donna coraggiosa è una donna con
                                                                                                                                                                                                                                   un grande cuore. E nel suo cuore oggi, più della paura che le possa es-
                                                                                     scello d’ulivo con cornucopia in una mano e nell’altra                                                                                        sere fatto ancora del male (perché continua ad esporsi pubblicamente

                                                                                     l’immagine del dio Pluto simbolo di ricchezza.                                                                                                raccontando cose scomode in un territorio in cui vive anche il suo ex
                                                                                                                                                                                                                                   marito) c’è il timore e il dolore per tutte le altre donne ancora intrap-
                                                                                     Non è un caso che nell’antica Grecia i concetti impor-                                                                                        polate in vite senza apparente via di uscita.
                                                                                     tanti  della  vita  venivano  personificati  con  divinità  che                                                                               È prima di tutto a loro, che Tiziana vorrebbe arrivasse con forza il
                                                                                                                                                                                                                                   suo messaggio che: LA VIOLENZA NON E’ UN DESTINO, PER
               avevano storie e capricci alla stessa stregua di quelli umani.                                                                                                                                                      NESSUNO. Che chiedere aiuto è possibile, ricominciare daccapo

               In effetti la pace non dovrebbe esser mai una parola astratta, bella da mettere in bocca come desiderio proprio. Essa è                                                                                             anche, e che quella della “vittima” non è una condizione esistenzia-
                                                                                                                                                                                                                                   le immutabile, ma una esperienza, traumatica sì, ma che, come ogni
               prima di tutto un fondamento interiore, un DNA indispensabile nella propria vita.                                                                                                                                   esperienza, può essere elaborata, attraversata e lasciata andare.

               Se non ho armonia interiore dove l’introspezione mi accompagna verso l’accettazione del mio limite, molto spesso simile                                                                                             Il Nastro Rosa, l’associazione che 4 anni fa Tiziana ha voluto dare alla

               a quello dell’altro per crescere insieme, non posso dire voglio vivere in pace....                                                                                                                                  luce, vuole proprio ricordare a ciascuna persona che non si è soli, che
               Tale crescita a volte si manifesta con un confronto anche accesso ma mai di sopraffazione sull’altro!                                                                                                               c’è chi ha già attraversato questa selva oscura, che si può riprendere
                                                                                                                                                                                                                                   contatto con il proprio potere personale e occupare il giusto posto nel
               Nella fede la pace è lo stato d’animo interiore in cui la coscienza riesce a star in preghiera amorevole di ringraziamento                                                                                          mondo.

               verso Dio, essa si compiace d’esser semplice ed inutile strumento dell’Altissimo, agisce solo per giustizia e non per torna-                                                                                        Conosco, personalmente e professionalmente, le ferite silenziose e na-
                                                                                                                                                                                                                                   scoste che abusi, violenze fisiche e psicologiche lasciano su chi le vive,
               conto personale.                                                                                                                                                lo sbriciolarsi delle naturali funzioni protettive e la disgregazione del proprio senso di sé. I “ganci” psico-emotivi che

               Siffatta estasi interiore è la vera pace! Ahimè quella spesso osannata                                                                                          si incastrano in relazioni non sane e che spesso portano a restare a lungo in situazioni patologiche, a rischio e a volte
                                                                                                                                                                               fatali.
               su striscioni, slogan, richieste mercanteggiate è solo contrattazione                                                                                           La prima volta in cui, nella famosa cucina, provai ad abbracciare Tiziana, lei si scusò perché restava rigida e le era fati-

               di buona convivenza comune, spesso difficile da instaurare perché                                                                                               coso abbandonarsi ad un contatto fisico così “intimo”, perché violati erano stati i suoi “confini” fisici e psicologici. E
                                                                                                                                                                               riparare un confine, imparare o re-imparare a custodirlo è un processo che richiede tempo, strumenti, sostegno, con-
               ha come base interessi economici!                                                                                                                               sapevolezza.
               Ipocrita colui che chiede la pace per paura di perdere un proprio                                                                                               Ecco, la violenza è una violazione di confini, sempre. Di cui spesso si coglie l’entità del danno solo a posteriori, quan-
                                                                                                                                                                               do si cominciano a ridefinire quei confini. Nessun organismo, può vivere armonicamente con un confine-contatto
               interesse patrimoniale non è diverso da quello che offende attac-                                                                                               danneggiato (si pensi alla membrana della cellula). Girare nel mondo, in questo modo, significa essere esposti costan-

               cando.                                                                                                                                                          temente al rischio di violazioni di ogni tipo, di avvelenamento psicologico ed emotivo, di distruzione delle parti più
                                                                                                                                                                               profonde di sé. Dunque, il primo passaggio perché si attivi un processo di uscita dalla relazione violenta è che la don-
               La pace umana è solo accordo finanziario un vero contratto che si                                                                                               na abbia consapevolezza (anche minima) di tale violazione. Ma affinché la donna con un confine danneggiato possa

               fonda sul rendiconto personale, finché sarà la moneta a muovere                                                                                                 farlo è fondamentale che l’intera comunità prima di lei ne abbia consapevolezza e sappia riconoscerlo.
                                                                                                                                                                               I confini definiscono e distinguono una cosa dall’altra. Ogni volta che ci si sorprende che una donna è stata massacra-
               l’essenza del pianeta la pace sarà solo un treno che funzionerà a fasi alternate, camminerà fino a quando sarà alimentato                                       ta o uccisa, ogni volta che si dice che non ci si sarebbe aspettati che succedesse una cosa simile, siamo al cospetto di
               da carburante che produrrà solo ricchezza materiale, la quale rende gli uomini schiavi, privi di dignità, sempre assetati, con                                  un confine danneggiato “non visto”, e dovremmo chiederci cosa ci ha impedito di vederlo e di offrire la giusta prote-
                                                                                                                                                                               zione a quella donna.
               nuove esigenze non più soddisfabili nei trattati di pace…ed allora si ricominceranno contrasti belligeranti....                                                 Ogni volta che si chiama in causa la gelosia, la passione, o addirittura l’amore per “spiegare” la violenza (penso anche

               La pace che l’uomo dovrebbe desiderare è quella che nasce nell’animo dove l’azione è specchio di un cuore scevro da inutili                                     soltanto a molti titoli di articoli di giornali), non si fa altro che dare forza ad una cecità di massa che diventa humus
                                                                                                                                                                               fertile affinché questo dramma si ripeta, e ancora peggio, si “riproduca” come un codice di DNA alterato che incan-
               passioni egoistiche....                                                                                                                                         crenisce piano piano il tessuto sociale.

               Forse vivo con la mente nell’Iperuranio....ύπερουράνιος...ed il mondo ha necessità di accordi, convenzioni, patti, dichiara-                                    Riconoscere una relazione violenta, discriminarla da una relazione sana, è fondamentale per prevenire, intervenire,
                                                                                                                                                                               educare e curare responsabilità di “sapienza” che non può essere delegata solo ai servizi preposti, ma che ci riguarda
               zioni…incastrati in un tempo ch’è sempre χρόνος, chronos e lontanissimo dal καιρός, kairos essenziale....                                                       tutti, uno ad uno. Ciascuno di noi è chiamato ad essere quegli occhi e quel cuore che vedono e riconoscono. E che
                                                                                                                                                                               non si voltano dall’altra parte.
                                                                                                                                                                               Uno degli errori più frequenti, spesso purtroppo da parte anche degli operatori è il confondere la violenza con il con-
                                                                                                                                                                               flitto. Per poter fare la giusta distinzione dobbiamo aver chiaro che le radici della violenza affondano in una asimme-
                                                                                                                                                                               tria di potere che caratterizza la relazione, e che la rende una relazione di dominio di una persona sull’altra. Macro-in-
                                                                                                                                                                               dicatori che ci permettono di identificarla sono:
                                                                                                                                                                               modalità di sopraffazione e coercizione.
                                                                                                                                                                               abuso di controllo
                                                                                                                                                                               disconferma e annullamento dell’individualità dell’altro e dei relativi bisogni
                                                                                                                                                                               aspettativa/imposizione di sottomissione alle richieste e ai bisogni del maltrattante
                                                                                                                                                                               colpevolizzazioni continue
                                                                                                                                                                               Inoltre, c’è un “tono emotivo” che fa da sottofondo costante e che rappresenta il campanello di allarme per eccellen-
                                                                                                                                                                               za, che è quello della paura (che spesso permane a lungo anche dopo essere usciti dalla violenza). In un contesto di
                                                                                                                                                                               “semplice conflitto” non troviamo questi elementi, riconoscere dunque le situazioni in cui sono presenti permette di
                                                                                                                                                                               intervenire in modo corretto lì dove è necessario, prevenendo l’escalation della violenza stessa ed evitando una vitti-
                                                                                                                                                                               mizzazione secondaria da parte delle istituzioni (un esempio: proporre un percorso di mediazione o di coppia con il
                                                                                                                                                                               coniuge quando sono presenti gli indicatori citati significa esporre la vittima ad ulteriori violenze, nonché attuare una
                                                                                                                                                                               delegittimazione dei suoi vissuti anche da parte di chi dovrebbe attivare un sistema di protezione)
                                                                                                                                                                               Ricordando poi che la realtà della violenza è trasversale ai livelli di istruzione e di condizione socioeconomica sia per
                                                                                                                                                                               chi la subisce che per chi la perpetra, dovremmo aver chiaro che l’assoggettamento fisico e psicologico che determi-
                                                                                                                                                                               na il restare intrappolati in dinamiche disfunzionali e pericolose è reso possibile attraverso atti di manipolazione che
                                                                                                                                                                               garantiscono il dominio sulla vittima.
                                                                                                                                                                               Tra le modalità manipolatorie più frequenti ricordiamo sinteticamente:
                                                                                                                                                                               Giudizi svalutanti/umiliazioni/accuse ingiustificate
                                                                                                                                                                               Minacce e/o aggressioni


                42   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                                                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                       43
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