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FINA D’IGNOTI annALIsA pOTEnzA
LA CASA DELLA ZIA MAREDDA SHOAH: SIAMO DAVVERO CAPACI DI RISPETTARE GLI ALTRI?
( Racconto breve) Migliaia di parole continuano ad essere profuse, centinaia di articoli sono pubblicati e
divulgati insieme a film e a documentari.
È sempre lei, la Shoah o, per usare un termine italiano, l’Olocausto, il famoso sterminio
Avevo bisogno di risentire certe sensazioni, avvertire certi odori, rivivere atmosfere
che avevo paura potessero svanire, risucchiate dal vortice confuso delle ormai stanche che letteralmente “bruciò” la vita di milioni di Ebrei.
Si continua a parlarne da anni e in modo continuativo, non solo perché si auspica che
memorie. Avevo bisogno di nella testa e nel cuore degli uomini entri definitivamente l’idea che non esistono né razze
sorbire a pieni polmoni, ancora una volta, il profumo emanato da quelle rose e quelle inferiori né popoli migliori di altri, ma anche per rendere giustizia e dare solidarietà a
margherite . persone i cui progenitori sono stati oltremodo umiliati e offesi.
Quei fiori piccoli , umili, coltivati con l’unico scopo di adornare l’altare di Maria.
Infatti, se per alcuni il concetto secondo il quale bisogna trattare il prossimo con rispet-
Allora , mi ritrovai, per caso o forse no, chissà…in via Sperone 75, la casa della zia to è non solo valido ma da attuare in ogni circostanza della vita, per altri invece esso è un
optional oppure non conta affatto. Tra coloro che la pensavano in quest’ultimo modo
Maredda. compare ai primi posti Adolf Hitler i cui occhi di ghiaccio avevano visto nel popolo
Scesi dall’automobile con fare guardingo e a passi lievi, come se stessi toccando un ebreo un pretesto idoneo ad infiammare gli animi per combattere meglio una battaglia
luogo sacro… che avrebbe dovuto fare della Germania la prima potenza in Europa.
forse per me, per i miei ricordi , quella casa veramente lo era. Appoggiai le mani al La sua ingiunzione a considerare quella tedesca come la “razza” pura ed eletta diventò
cancello, era divelto e non era più quello di una volta…io ricordavo un muretto, un presto intolleranza verso diverse categorie considerate scomode quali rom, persone con
cancelletto basso e sul prospetto della piccola ridente casa, un cespuglio di margherite problemi di handicap, gente di colore e di religione ebrea.
e qualche tralcio di rose e poi , ricordavo quelle ragazze: Giuseppina, Giovanna, Maria In tal modo, nell’ambito della guerra intrapresa dal popolo tedesco contro gli stati euro-
,Enzina , Franca e Giacomo l’unico maschio sempre sorridente e disponibile, ma erano pei, se ne inserì un’altra ugualmente insidiosa, subdola e nefasta.
gli elementi femminili di quella famiglia ad esercitare un fascino dolce su di me, ognu- Era l’essenza stessa del popolo ebreo che Hitler rifiutava, come si evince nei suoi scritti:
na di loro per motivi diversi: Giuseppina, intelligente, fine. Giovanna, di straordinaria “pur essendo una minoranza, la loro presenza era ovunque, ovvero nei sindacati, in ogni
bellezza fisica e spirituale . Maria: buona, semplice, lavoratrice instancabile. Enzina: ambito culturale, nel partito socialdemocratico, nonché in ambito finanziario”. Con il
dinamica, volitiva, sveglia. Franca: sempre evoluta nel pensiero, con lo sguardo rivolto tempo, la sua neutralità nei loro confronti si trasformò prima in fastidio, poi in antipatia
in avanti, pur mantenendo intatte le virtù delle ragazze perbene. e infine in odio generato dalla considerazione che loro sarebbero prima o poi diventati
Riflettevo sulle qualità di ognuna di loro, quando… come proiettato da un’antica cine- forti al punto da prendere piede in tutta la nazione e ostacolare anche la sua ascesa al
presa, sul muro di prospetto della casetta, mi apparve un viso, era Giovanna, la più bella potere.
delle sorelle, morta a soli ventotto anni, alle soglie del matrimonio. Così, nel continuo “gioco delle parti della vita” che in quel periodo si attuò sul palco-
Ella mi parlò con voce pacata , dicendo : “ benvenuta ! Sapevo che saresti arrivata, ti scenico della storia, gli Ebrei furono considerati temibili pedine da eliminare. Invece,
ho attesa, io sto fuori dal tempo e dallo spazio, attendendo tutti coloro che credono oggi, quegli stessi ebrei sono percepiti come persone la cui memoria va costantemente
nell’amore e di esso hanno un concetto sacro, puro, come era puro il sentimento che mi rinnovata e onorata, nella speranza che il concetto di rispetto nei confronti del prossi-
legava al mio Lorenzo. Noi , dopo sposati ,saremmo venuti ad abitare qui al secondo mo, obiettivo ancora lontano da raggiungere, si trasformi non in un freddo imperativo
piano, il mio fidanzato stava costruendo il nostro piccolo nido, ma Dio mi ha chiamata categorico, ma in un comportamento naturale che pro-
a se , un attimo prima ho voluto accanto i miei piccoli nipoti : Enzo e Rosa, li ho ba- viene dalla voce del cuore.
ciati salutandoli, sentivo già la forza dell’amore di Dio Padre invadere il mio essere…
ho voluto comunicarlo a loro che erano creature innocenti… dopo sono volata in cie-
lo, ma rimango per l’eternità di guardia a questa casa che è deputata ad accogliere solo Annalisa Potenza
persone buone ed innamorate dell’amore e della vita. Io faccio entrare le coppie che si
amano, ma faccio in modo che si scrutino dentro i loro cuori , con rispetto reciproco,
le coppie non animate da amore vero.
A te voglio dire che questo è il motivo per cui questa casa ti ha sempre affascinata, puoi
tornare tutte le volte che vorrai ,sarai sempre la benvenuta. “
Ho sognato, ho immaginato…non lo so, ma so per certo che quella casa esiste vera-
mente. Per come è vissuta Giovanna ed ho conosciuto le persone di cui parlo.
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