Page 52 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2022

fEDERAzIOnE pER LA RIvALuTAzIOnE DELLE DOnnE
8 MARZO DEDICATO AL CORAGGIO DELLE DONNE UCRAINE E RUSSE
Questo momento storico e questo 8 marzo non possono non imporci il dovere
della solidarietà a fianco e a sostegno delle donne ucraine vittime dei più disparati
crimini di guerra. E soprattutto dire a gran voce NO alla guerra.
In ogni conflitto le ragazze e le donne sono le prime vittime, poiché lo sfollamen-
to forzato le porta alla miseria, alla disperazione, all’insicurezza e le espone alla
violenza sessuale, sono facili prede di stupri e sevizie e rischiano di trasformarsi
rapidamente in vittime di una violenza non raccontata, invisibile, come le storie
dei loro bambini, molti rimasti orfani e di cui si sono perse le tracce, affidati a
volte a persone sconosciute. In questo momento non solo le donne ucraine ma
anche russe stanno piangendo i loro figli, i loro mariti, i padri, i fratelli caduti
in combattimento o dei quali non hanno più notizie. Sono donne che vivono la
guerra, che scappano alle bombe, lasciando le proprie case con lo stretto indi-
spensabile per mettere in salvo se stesse e i figli piccoli per diventare profughe e rifugiate. Ci sono le donne di una resisten-
za preparata che sono rimaste a combattere, oppure ci sono quelle improvvisate, ancora bambine, che preparano bombe
molotov nelle città minacciate per fronteggiare i cannoni nemici,
un rudimentale contributo alla difesa della loro terra.
Sono donne che a piedi o in auto si caricano di figli, bagagli e ansia
e partono verso il confine, scappando dalle bombe senza una meta,
se non quella della salvezza per arrivare alle porte delle nostre case
con gli occhi pieni di disperazione. E ci sono donne che racconta-
no attraverso il loro lavoro di giornaliste inviate per documentare
ciò che sta avvenendo.
In uno scenario di guerra che pensavamo solo al maschile sono presenti in maniera prepotente le donne.
Abbiamo notizie della straordinaria resistenza e forza delle donne. Ne è esempio la giornalista Marina Ovsyannikova, di
padre ucraino e madre russa, la producer della tv statale russa Channel One, pur conoscendo le conseguenze alle quali
sarebbe andata incontro, non ha rinunciato a invitare il suo popolo a reagire interrompendo il principale notiziario per
gridare il suo «Stop alla guerra» con un cartello. Subito dopo è stata arrestata, interrogata per 14 ore, senza avvocato e non
si sanno le conseguenze a fine processo. Tra le donne simbolo di questo conflitto non possiamo non ricordare la first lady
ucraina, Olena Zelenska, attivista che ha cominciato dall’inizio della guerra a usare la sua notorietà per raccontare la guer-
ra ucraina e sostenere la resistenza. Come non possiamo non citare un’altra donna: Iryna Vereshchuk che è ai vertici del
Governo ucraino, Vicepremier e ministro dei Territori temporaneamente occupati; dopo il diploma all’Istituto Militare del
Politecnico di Leopoli, è stata ufficiale nell’esercito per cinque anni.
Elvira Sachipzadovna Nabiullina è, dal 2013, la governatrice del-
la Banca centrale della Federazione Russa, sembra fosse contraria
all’invasione.
Inna Derusova, prima donna nella storia del Paese intitolata “Eroe
dell’Ucraina” Era in prima linea come medico militare quando è
stata uccisa il 26 febbraio scorso dai bombardamenti a Okhtyrka,
nella regione di Sumy. Le donne, nonostante siano preparate a li-
vello diplomatico e dal punto di vista della politica internazionale,
ahimè ai tavoli per la mediazione restano le grandi assenti e sicu-
ramente darebbero un contributo decisivo. Improvvisamente si ha
la sensazione che alcuni diritti raggiunti con fatica siano stati can-
cellati con un colpo di spugna. E’ doveroso ricordare ancor oggi la
Giornata internazionale delle donne come momento di riflessione
per porre l’accento sulle disparità di genere e su tutti quei temi
ancora irrisolti.
52
periodico mensile del gruppo NOIQUI
L’8 MARZO TRA STORIA E SIGNIFICATO
L’8 marzo è conosciuto in tutto il mondo come la giornata internazionale delle donne probabilmente lo abbiamo sentito
più spesso nominare come “Festa della donna” ma il termine è improprio perché in realtà è un giorno legato al ricordo e
alla riflessione sulle conquiste sociali, politiche, economiche che la donna ha compiuto o ancora da compiere. Di solito si
è associato a un evento particolare una tragedia del 1908 che avrebbero avuto come protagoniste le operaie delle industrie
tessili Cotton, rimaste uccise per un incendio a New York, che però viene confuso con un altro evento che avviene nella
stessa città nel 1911 dove si registrano 146 vittime tra cui molte donne. I fatti che, in realtà dall’inizio del novecento, porta-
no all’istituzione della data sono più legati alla rivendicazione dei diritti delle donne tra i quali il diritto di voto.
Il primo evento importante legato a questo giorno è il VII Congresso della II Internazionale socialista svoltosi a Stoccarda
dal 18 al 24 agosto 1907 durante il quale si discusse sulla questione femminile e sul voto alle donne.
I partiti socialisti si impegnarono a lottare per riuscire ad introdurre il suffragio universale. Pochi giorni dopo, il 26 e 27
agosto 1907, si svolge invece la conferenza Internazionale delle donne socialiste, durante la quale fu istituito l’Ufficio
informazione sulle donne socialiste e Clara Zetkin viene eletta segretaria. Il problema principale che emerge da questa
Conferenza riguarda l’alleanza con le femministe borghesi. I socialisti sono contrari ma nel febbraio del 1908 la socialista
Corinne Brown afferma che il congresso non ha alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la
propria liberazione. Nel Maggio1908 Corinne presiede la Conferenza del partito socialista a Chicago che viene ribattezzata
“Women’s day” durante la quale si parla dello sfruttamento dei datori di lavoro nei confronti delle operaie, delle discrimi-
nazioni sessuali e del diritto di voto. Alla fine del 1908 il partito socialista americano decide di dedicare l’ultima domenica
del febbraio del 1909 all’organizzazione di una manifestazione per il diritto al voto. Pertanto, la prima giornata dedicata alle
donne risale al 23 febbraio 1909 e però un paio di anni dopo che, durante la seconda Conferenza internazionale socialista
a Copenaghen del 16 e 27 agosto 1910, si decide di seguire l’iniziativa americana e si istituisce una giornata internazionale
dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. Anche se sia negli Stati Uniti che in altri Paesi la giornata delle donne si
svolge in giorni diversi. Negli anni successivi vengono organizzate molte altre giornate dedicate ai diritti delle donne Altra
importante manifestazione importante è quella organizzata a San Pietroburgo dove le donne marciano per la pace e contro
la guerra nel 1917 proprio l’8 marzo; alla Conferenza internazionale delle donne socialiste che si svolge a Mosca nel 1921
poi si decide di scegliere questa data come “Festa della donna”. Siamo nel 1922 quando in Italia si svolge la prima giornata
della donna. Durante il regime fascista la giornata viene abolita. Sarà ristabilita solo nel 1945 dall’UDI (Unione Donne in
Italia) costituita nel 1944. Due anni dopo l’8 marzo diventa festa nazionale, si introduce la mimosa come simbolo di questa
giornata, un fiore scelto perché di stagione e poco costoso. Come disse Teresa Mattei: “scegliamo un fiore povero, facile
da trovare nelle campagne”. Tuttavia il fiore di mimosa è un’usanza tutta italiana. La mimosa vince sugli altri fiori in gara
anche per le sue caratteristiche, anemoni e garofani arrivano rispettivamente al secondo e al terzo posto. La mimosa è un
fiore che riesce a crescere, nonostante la sua fragilità apparente, anche su terreni difficili. Perfetto per rappresentare la figura
della donna! Nei decenni successivi il movimento per la rivendicazione dei diritti delle donne continua a ingrandirsi in tutto
il mondo. In Italia si deve arrivare agli anni settanta per vedere un vero e proprio movimento femminista. L’8 marzo 1972 a
Campo dei fiori a Roma si svolge la manifestazione della festa della donna, durante la quale le donne chiedono anche la le-
galizzazione dell’aborto. Negli anni settanta le giornate delle donne si caricano di significati politici, parità salariale, divorzio,
ottenuto nel 70, legalizzazione dell’aborto, ottenuta nel 1978 e libertà sessuale. Il 1975 viene definito dalle Nazioni Unite
come l’anno Internazionale delle donne e l’8 marzo i movimenti femministi di tutto il mondo manifestano per ricordare
l’importanza dell’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna. Nel 2017 la festa della donna acquisisce nuovamente una grande
forza grazie al movimento “Non Una di meno”, tra questi la denuncia di violenza di genere, il fenomeno del femminicidio.
Dobbiamo auspicare che l’8 Marzo sia tutti i giorni e non la ricorrenza di un
solo Giorno!
Fonti storiche: Studenti.it
ANNA MARIA VARVARO
53
periodico mensile del gruppo NOIQUI