Page 42 - RIVISTA OTTOBRE 2024
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Pasquale Vulcano

                QUEL DOLCE IERI
                (Prima strofa)




                E sopravvive ancora nella mente,

                quel dolce ieri in me marchiato a fuoco,
                allor che il sole ci brillava in fronte.

                In una danza senza fine mai,

                noi correvamo incontro all'infinito,
                mentre i capelli tuoi scioglievi al vento,

                lasciando il tuo profumo intenso attorno.



                E scorre il tempo ma non passa giorno

                che prigioniero ancor di te mi sento

                e di quel sogno in fumo già svanito
                in quell'oblio da cui non tornerai!

                Io volgerò lo sguardo all'orizzonte,

                nel giorno che declina a poco a poco

                e della luce più non resta niente!
                (Seconda strofa)

                Mi manchi, amore, e sempre più struggente

                la nostalgia mi prende e aspiro al cielo,
                bramando che ritorni quell'istante

                che porta al Lido privo di dolore,

                là dove sempre è luce e eterno il canto!

                Or con le stelle tremule, la luna
                brilla nel cielo e pare un sogno arcano,




                che oltre le nubi porta e va’ lontano
                dove ogni cosa buona si raduna,

                nel luogo dove non esiste il pianto;

                leggera appari con in mano il cuore
                e nel silenzio l'ombra tua vagante

                s'aggira intorno senza nessun velo,

                cogliendo il mio sospiro dolcemente!














































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