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RIVISTA NOIQUI DICEMBRE 2024     https://www.youtube.com/@noiqui/featured


               abbi pazienza per le cose del mondo,
               per i tuoi compagni di viaggio, me compreso.
               Dal momento che ti sono toccato in sorte.
               Accetta, dopo tanti anni, pochi versi scorbutici
               per questo tuo compleanno rotondo.
               Abbi pazienza, mia donna impaziente,
               tu macinata, macerata, scorticata,
               che tu stessa ti scortichi un poco ogni giorno
               perché la tua carne nuda ti faccia più male.
               Non è più tempo di vivere soli.
               Accetta, per favore questi 14 versi.
               Sono il mio modo ispido di dirti cara.
               E che non starei al mondo senza te.”
                                                      Primo Levi

               Di Luigi non si seppe più nulla. Dopo aver rivolto l’ultimo saluto ai suoi genitori
               sepolti nella cappella di famiglia e aver donato le parole di Primo Levi all’ amica
               di una vita, la sua Giulia, scomparve in una notte di dicembre con il suo violino.
               La villa, i soldi, la carriera brillante restarono a Marzia che da lì a poco si sposò
               con il giovane collega. Giulia, l’ho incontrata ormai anziana al teatro della sua
               città. Va sempre ad assistere alle opere in cui si esibisce l’orchestra in cui Luigi
               suonava come primo violino. Fu lei una sera ad avvicinarsi a me e a dirmi: “So
               che lei è una scrittrice. Ho una storia da raccontarle. Se poi vorrà, la scriverà in
               uno dei suoi tanti libri. Se no, la mia storia avrà avuto comunque la fortuna di
               essere ascoltata da una scrittrice come lei.”
               Giulia la ricorderò sempre così. Capelli brizzolati raccolti dietro la nuca, elegan-
               te nei suoi abiti dai colori vivaci, bracciali ai polsi e anelli nelle sue dita candi-
               dissime. Occhi profondi e lucidi. Donna forte e dolcissima. Luigi non l’ho mai
               conosciuto. Marzia, seppi dal racconto di Giulia, che dopo poco tempo divorziò
               anche dal giovane marito e ripetendo ad oltranza il copione, derubò anche il
               nuovo consorte di ogni cosa potesse. Di anni ne sono trascorsi. Ho appreso da
               pochi mesi che Giulia si è spenta all’età di ottantadue anni. So che teneva in
               mano il foglio con su scritti i quattordici versi di Primo Levi. Ho deciso di scri-
               vere la sua storia perché l’amicizia è l’amore più puro che io conosca e perché
               esistono persone senza le quali vivere al mondo è quasi impossibile. Un dolore
               insopportabile. Forse saranno davvero la carezza di Dio su questa terra. Non lo
               so. Ma so che chi riceve in dono una storia non può tenerla per sé. Ha il dovere
               morale di donarla agli altri. Le storie sono fatte per essere raccontate. Le parole
               sopravvivono a tutto come l’amore. So con certezza che Luigi e Giulia e il loro
               purissimo amore continueranno a vivere oltre ogni fine possibile. Come i quat-
               tordici versi di Primo Levi, l’uomo e lo scrittore sopravvissuto a tutto tranne
               che a sé stesso.

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