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RIVISTA NOIQUI DICEMBRE 2024     https://www.youtube.com/@noiqui/featured


               loro mente? Ho sempre desiderato scoprire qualcosa del mondo dei bambini ma,
               proprio come accade con gli adulti, non si riesce mai ad alzare del tutto il sipa-
               rio. Ho visto i loro giochi e le loro paure come se fossero i miei. Volevo capirli,
               essere semplice e umano davanti a loro, senza nessun tipo di arroganza, con cui
               i grandi cercano di imporsi sui piccoli. Questo mi ha portato gioia e ricompensa,
               quando volevo essere accettato tra loro come un pari. Per un bambino il giocat-
               tolo più bello è la natura stessa e allo stesso tempo la natura sensibile che porta
               dentro di sé. Ma sono davvero riuscito ad essere completamente comunicativo
               con loro e per niente qualcuno che cerca di condizionare?
               Mentirei se dicessi di sì. È sufficiente che io abbia provato, che abbia chiesto.
               Ciò che è vero dell'infanzia, e di questo ne abbiamo fatto quasi una fede incrol-
               labile, quasi un culto, anche se in modo un po' ingenuo, è il riscatto delle proprie
               azioni, una forza che abbiamo quasi perso per tutti... Quindi inizia una sorta di
               superstizione o culto in cui le persone hanno difficoltà a sfondare o a farlo da
               sole. Ecco perché spesso la gente dice "Oh, se solo potessi tornare bambino!"
               Ma anche il bambino, crescendo, crea in sé il complesso di essere piccolo, di in-
               feriorità rispetto ai grandi e per quanto vulnerabile è, crea il culto del grande,
               del genitore, che comanda e che può fare le cose che loro non possono fare. Ecco
               perché spesso si vede il bambino che vuole indossare le scarpe pesanti del padre,
               o la bambina che cerca di imitare la madre, dipingendosi le labbra di rosso. C'è
               qualcosa di comico in tutto questo, ma anche qualcosa di drammatico. Il dram-
               ma dell’impossibilità istantanea.
               Pertanto, queste cose rimangono semplici imitazioni da entrambe le parti, quasi
               ridicole. Ma se in un bambino c'è la speranza che un giorno sarà come i suoi ge-
               nitori, in loro questa speranza col tempo si infrange. Quindi è come un fumetto
               per bambini e un dramma per adulti. Quest'ultimo si ritrova spesso a tentare di
               ritornare ingenuamente alla sua infanzia; una donna che si meraviglia davanti
               a un fiore e vuole annusarlo, un vecchio che costruisce il castello di sabbia del
               nipote in riva al mare, lui che gioca e parla con il suo cane come se avesse un caro
               amico, ma tutto questo, ancora, resta una redenzione troncata. Vuol dire però
               che il bisogno di redenzione e di sincerità è parte intrinseca dell'essere stesso. Al-
               lora non resta che un misto tra il disprezzo infantile e quello degli obblighi vitali
               nella vita adulta. Questo tipo di unione e abbinamento avrebbe dovuto rendere
               la vita di tutti un po' più semplice. Spesso mi ritrovo concentrato quando torno
               a leggere i grandi classici delle fiabe che hanno costruito la visione di un mondo
               magico e che hanno aiutato i bambini a crescere e a sviluppare la loro fantasia
               sul mondo, così com'è e come potrebbe essere. Sebbene molti bambini piccoli
               non sappiano ancora leggere, possono sperimentarli emotivamente. A mia figlia
               quando era piccola, che spesso voleva tenere i miei libri tra le mani, ho portato a
               casa i primi due libri cartonati con testi illustrati. Uno dei libri illustrava la vita
               degli animali della foresta, che ancora oggi continuano a vivere nella loro fase
               di “infanzia” o, meglio, se diciamo "come hanno sempre vissuto gli animali". C'è
               una connessione tra animali e bambini. Ad entrambi non è ancora stato conces-
               so il mondo reale della ragione, l'artificialità, il pensiero a cui noi adulti spesso
               aspiriamo, un mondo alienato. Il bambino vive le somiglianze con gli animali e
               gli uccelli finché non entra a scuola, anche prima, quando ancora non riesce a
               comprendere la moralità che i suoi genitori gli descrivono e gli trasmettono.
               Dai genitori il bambino comincia ad essere educato con quelle che sono le leg-
               gi per la vita degli adulti, dal non essere nudi, al sentimento di vergogna e di
               colpa. A scuola gli vengono insegnati l'alfabeto e le lettere, l'aritmetica, l'at-


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