Page 95 - RIVISTA GIUGNO 2025
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RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2025 https://www.youtube.com/@noiqui/featured
... e i miei sogni, quando le dita delle foglie leccano
che nei tramonti umidi,
come monaci con apocrifi si sveglia- che come facchini stendono
no, le colombe bianche,
in posaceneri con mozziconi di siga- in teschi di alberghi, motel e casinò,
rette, sui treni notturni per addormentar-
polverose le strade, si,
con teschi sui marciapiedi, da un angolo all'altro di New York,
tribolano i pioppi ubriachi,
qualora indossai la pelle dell’imma- omosessuali,
ginazione, cinesi,
sul volo con il Boing, e gli occhi nell’oscurità spalanco,
umidi le voragini degli oceani, per abbozzare qualche somiglianza,
con pancia di lucciole, con la mia lontana patria
sulla piattaforma di J. F. Kennedy, povera,
sulla soglia della tarda sera con capanne di plastica,
con la vecchia valigia, solo illusioni fumanti da Hollywood,
aspettando un taxi, come farfalle d'albori
verso Brooklyn NY. che sui petali si immergono,
Femminile la Statua della Libertà, nella platea di Madison Square Gar-
come il diavolo al peccato mi invita, den,
mentre i glutei gelidi oltre i crani vetrati di Manhattan,
come iena le accarezzo, il cadavere di me stessa cerco,
una piccola Saffo lesbica. nelle folli disperse del ponte di Bro-
I grattacieli sulle coppe, oklyn,
le nuvole salate bevono, in mezzo a Wall Street!
dai monsoni dell'Atlantico,
i semi dei cieli, e io che vago... vago,
negli becchi degli uccelli, sugli orizzonti carnosi d’America,
sui pelli dei prati, il mio orologio,
nude sono le fragranze del rigoglio con il fosforo invecchiato
mentre tra le cavità di Central Park non scintilla sotto la scia fredda della
si nascondono, pioggia,
i cervi sulla neve, il mio tempo grigio,
sui semafori che si masturbano, sopra una ciliegia germoglia,
nelle lunghe attese, come un frutto maturo.
asfalti inceneriti Con i glutei in su
numeri chilometrici, una ragazza di colore, ricciuta
cartelli stradali, senza calzini color carne a gennaio,
numeri di autostrade, le grosse cosce con cellulite, espone
margini di confini, sull'enorme stazione,
croci di cattedrali, del “Grande Central Terminal”.
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