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RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2025     https://www.youtube.com/@noiqui/featured



               Tutta la strofa (come il poema), è permeata dalla frustrazione e la ribellione
               contro le aspettative sociali e culturali imposte. Decisamente convinta, Krosi
               rifiuta di conformarsi agli stereotipi femminili e culturali, affermando con tanta
               forza la propria identità albanese e mediterranea. La scena al McDonald's mo-
               stra chiaramente ciò e, diventa fondamentale elemento della globalizzazione e
               dell'omologazione culturale.
               Nelle "strade gelide" e la "nevicata", Krosi fa apparire la solitudine e l'isolamen-
               to totale.
               Il "ghiaccio" e la “nevicata" , rappresentano l'immobilità e il congelamento emo-
               tivo, trovando la difficoltà di trovare calore, affetto e connessione altrui, in un
               ambiente freddo e distante, ed è per questo che "manda" al diavolo il cameriere
               messicano.


               10. Il viaggio di Krosi con il lettore, la sua larga visione notturna, (nulla sfugge
               al suo attento obbiettivo ottico di captare tutto ciò può aiutarla a completare il
               quadro “Per te America”, con allegorie nonché le metafore) continua sul treno,
               viaggio e passaggio importante questo, tra stati d’animo e luoghi dell’anima. I
               versi all’inizio della decima strofa creano un’atmosfera densa e claustrofobica:
               "il midollo dell’aria è ammuffito”, “le antenne degli insetti dormono”. Con ciò,
               la poetessa albanese, ci conduce in una dimensione diversa tra il caos diurno, un
               caos sospeso tra realtà e il surreale, dove il buio totale diventa rifugio ma nello
               stesso tempo inevitabile voragine.


               Ornando, Krosi aggiunge nel quadro pure il fiume Hudson e i satelliti, mostran-
               do così, il contrasto tra natura, tecnologia e solitudine quotidiana.
               La “nullità che diventa respiro” e il “fruscio dei binari arrugginiti”, amplifica
               non solo il senso di smarrimento ma anche quello del silenzio assordante.

               La seconda parte della strofa, si fa ulteriormente ancora più intima. Krosi pas-
               sa, attraversa, scavalca dalla paura agli addii, dagli abbracci ai grattacieli. Le
               “amebe polverose” sono metafore della vita spenta e impersonale della metro-
               poli. La ripetizione di “grigie” rafforza l’idea della città di New York, che, pur-
               ché gigante, soffoca i colori della vivacità dell’anima.

               L'ultimo verso: “Addio, oppure Good Bye!”, rivela la finalità decisiva di Krosi:
               il suo addio è personale ma anche culturale, è una separazione confermata, defi-
               nitiva o forse un’esitazione di ritrovarsi tra due mondi, tra due terre, tra lingua
               madre e lingua straniera; perciò, essa preferisce vivere nella sua piccola terra,
               che le riempie le giornate, la vita ma soprattutto l'anima.


               Concludendo l'analisi di questo poema particolarmente unico nel panorama let-
               terario albanese, vorrei sottolineare che, Krosi ci inserisce nella tradizione della
               Beat Generation, (movimento giovanile che trovò anche una sua espressione
               in campo artistico, poetico e letterario sviluppatosi dal secondo dopoguerra e
               principalmente negli anni '50 negli USA), richiamando l'opera di autori come
               Allen Ginsberg (1926 - 1997) e Jack Kerouac (1922 - 1969), così come nella po-
               esia italiana contemporanea, con riferimenti come il poeta, scrittore, pittore e
               drammaturgo Antonio Veneziani nato nel 1949.





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