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RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2025     https://www.youtube.com/@noiqui/featured

               Harlem, dove l'autrice ritrae un'umanità marginale e abbastanza tormentata,
               degradata anche, narrando la vita della maggior parte degli abitanti, la quale si
               consuma tra droga, sesso e povertà. Leggendo, il lettore avverte la melanconia,
               nonché la disperazione di ciò circonda la nostra poetessa accompagnatrice.


               Le sigarette consumate e il posacenere di legno, attribuiscono vecchi abitudini e
               un'esistenza che logora l'inesistenza della felicità.
               Scrivendo, "il gatto le cosce nude mi solletica", Krosi introduce una grande sen-
               sualità, mentre in "quando le notti si accorciano come "tristi putane", si emerge
               in una tristezza e delusione profonda, a causa della morte di mille amori.

               “La luna mi prese attraverso un caffè ritardatario" e i "denti d’oro di fine giorna-
               ta", creano un'atmosfera notturna abbastanza regressiva. Le strade di Harlem
               diventano il palcoscenico di "ubriachi con schiume d'orgasmi scuri", dove droga
               e sesso, prendono dominio in un vortice di perdizione. I "bambini pieni di polve-
               re con folli sorde", rappresentano l'innocenza perduta e il totale abbandono della
               generazione che avverrà, nonché l'incertezza dove finiremmo in un futuro che ci
               attende senza avere tempi lunghi.


               Il "tanfo di whisky" che erutta come vulcani dalle "danzatrici di colore" fino
               all'alba, chiude la quinta strofa con una potente ed eccessivo senso di dispera-
               zione, nonché di ribrezzo.


               6. Nei versi della sesta strofa "Mi sono persa nei giardini di Babilonia", (così
               come nelle altre strofe), Emi Krosi intreccia elementi mitologici, storici e con-
               temporanei per analizzare e portare a galla, temi che il lettore attraversa trami-
               te il viaggio emotivo della poetessa, partendo dai giardini di Babilonia, dopodi-
               ché scavalca negli epos e le epoche fino ad era di oggi, sulle strade di New York.

               L'io lirico dell'autrice che si perde nei giardini di Babilonia, ci fa collegare con
               un passato mitico, di una bellezza rarissima ma sfortunatamente perduta. La
               salita sulle "scale Divine" e l'incontro con i "colossi giganti della pace" sulle rocce
               di Mount Rushmore, è un suo tentativo di riconciliare il passato con il presente,
               sperando di realizzare ciò che sarebbe ideale e reale per un mondo ed epoca vi-
               tale migliore.


               Nella seconda parte della strofa, Krosi continua a concentrarsi in una realtà
               cruda e dolorosa, con metafore che testimoniano le atrocità del mondo moderno
               e la perdita dell'innocenza: "quando le ragazze vengono stuprate, quando si uc-
               cidono i bambini, quando si distruggono le nazioni".
               Tuttavia, nonostante questa oscurità, essa fa emergere ciò desidera dentro se
               stessa, sperando nella salvezza di un universo meno ingarbugliato.
               "una ragazza… una ragazza albanese" - (pina di orgoglio, Krosi si riferisce a se
               stessa).


               I versi dell'autrice, (come ho evidenziato sopra), spesso raggiungono la difficile
               trascendenza, eppure con la sua perfetta sintassi, essa, non solo alleggerisce la
               lettura scorrevole, ma coinvolge il lettore fino al termine del poema.


               7. Tramite una narrazione fluida e comprensibile, nella settima strofa, Krosi ci
               accompagna e ci trasferisce nella città invernale di Manhattan, amalgamando la

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