Page 19 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2024
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Loredana Abatini


 il re Salomone, figlio di Davide, usò questo simbolo come talismano per allontanare le forze del
 male.
 La stella a sette punte o pentagramma è sinonimo di integrazione spirituale grazie alla presenza   EVASIONE

 del numero sette che è legato alla spiritualità.
 Il sette è costituito dal tre che è un numero spirituale e dal quattro che è un numero materiale;   (Una riflessione fantastica)
 quindi, simboleggia l’uomo nella sua totalità di corpo e anima;

 inoltre, simboleggia il numero dei Pianeti, la settima Sephirah, i sette colori, i sette giorni della   Quando tutto sembrò perso e solo il pianto apparve l’unico sfogo, una madre prese per mano il
 settimana, i sette chakra, i sette toni primordiali, i sette livelli celestiali del paradiso, i sette ele-
 menti dal punto di vista alchemico (acqua, aria, fuoco, terra, vita, luce, magia).           proprio figlio, gli disse di chiudere gli occhi per viaggiare con lei, poiché in ogni istante evadere

 La stella a otto punte coincide con la stella Polare ed è il punto centrale  per purificare la propria mente è un dovere.
 del firmamento attorno al quale si definisce l’organizzazione della posizione delle stelle. Essa   Perciò anche se il corpo è in carcere per gli obblighi della vita, la fantasia che rende liberi, deve,
 serve come riferimento ai viaggiatori ed è l’elemento intorno al quale tutto si organizza nella   viaggiare ovunque voglia. Quindi insieme sorvolarono i cieli del mondo e videro dall’alto cose
 vita; è chiamata “polare” per la sua perfetta simmetria, come se fosse un polo, cioè il Centro del   che restano

 Mondo.
               sconosciute a chi cammina soltanto. I loro occhi apprezzarono valli e sorgenti di fiumi che

 La sua versione circolare è la Ruota a otto raggi che è presente sia in Oriente che in Occidente   arrivano alla foce e nuotarono con i pesci come volarono con gli uccelli. Si poggiarono sui
 sotto diverse forme come la “Ruota della Vita “o “Ruota dei chakra”.     fiori e si nutrirono del nettare come fossero, farfalle! Cavalcarono il presente, vissero il futuro e

 Ciascuno può vedere nelle stelle ciò che desidera: partecipazione, indifferenza, influsso, inizio,   quando vollero si cullarono nel passato. Osservarono le vetrine delle più belle città del pianeta.
 guida quasi fossero un riflesso dell’Anima, una parte di lei proiettata nel cosmo e che ci osserva   Salirono  sull’Empire  State  Building  e  ammirarono  incantati
 dall’alto.                                             Manhattan, dall’alto.

 Le stelle ci parlano dell’universo, della sua origine, delle sue vicende e ricordano che la nostra
 esistenza è un mistero al quale tentiamo di conferire un significato, una sorta di Chimera che

 vogliamo raggiungere. Nella sua poesia intitolata La Chimera, Dino Campana, rivolgendosi alla   Non c’è tregua per conoscere ogni angolo della terra. Nulla li
 sua parte più profonda, sensibile e “notturna,” tenta di addentrarsi nell’ignoto, consapevole che   fermò, niente li imprigionò, furono sempre liberi, nell’immensità.
 durante il suo viaggio non sarà solo, ma sempre accompagnato dalle care stelle che lui “veglia   Vagarono per le foreste scandinave inesplorate, dove conobbero i

 vivide nei pelaghi del cielo”.                         Troll e subirono il loro fascino. Videro le profondità degli oceani,

                                                        addirittura conobbero il pescecane che inghiottì Pinocchio.


 Quando sento il bisogno di religione, esco di notte a dipingere le stelle.
 (Vincent Van Gogh)





                 Annalisa Potenza – La stella (mandala) – acrilico su tela



               Girarono  per  l’Universo  sconosciuto  senza  cercare  nulla  perché

               tutto si presentò loro.

               Videro  indimenticabili  albe  da  sogno  e  tramonti  d’incanto...  si
               avvicinarono alle stelle. Conobbero Jules Gabriel Verne e scesero

               nelle viscere del mondo con Otto Lidenbrock.

               Dialogarono  con  Shakespeare,  mentre  scriveva:  “Sogno  di  una
               notte di mezza estate”.

               In una meravigliosa spiaggia deserta parlarono con Circe e sentirono Ulisse che le chiedeva di

               lasciarlo ripartire. Condivisero la felicità di Penelope perché il suo sposo era tornato.
               Furono testimoni dell’amore assoluto e infelice di Paolo e Francesca.

               Conobbero Abramo e i suoi figli, videro Sara e poi Maria, incontrarono Cristo ma non gli

                                              chiesero niente perché la vita è una scoperta e dietro l’angolo, c’è sempre
                                              l’infinito!









                                              Danzarono, seguendo la musica del vento, nei vicoli stretti, con i panni

                                              stesi di Napoli.














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