Page 23 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2024
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Svolta del respiro, con una protagonista femminile come interlocutrice nella triplice veste di “madre   Per Celan la parola è corpo, egli “non vedeva nessuna differenza di principio tra una stretta di
 sposa e sorella”.     mano e un poema”

 L’affermazione di Adorno sull’impossibilità di una poesia dopo Auschwitz viene interrogata da

 Celan per meglio comprendere il concetto di poesia preso in considerazione dal filosofo Adorno,   1.  Con alterna chiave
 perché nell’animo del poeta vi è quella necessità irrinunciabile di mantenere viva una memoria

 fatta, purtroppo, di occasioni mancate, supportato in questo da quanto scriveva un altro poeta   Da “Di soglia in soglia”

 tanto caro a Celan, ovvero Osip Mandel’stam, che ci racconta quanto in una separazione, i tratti   Con alterna chiave
 di una persona a cui si vuole bene, sfumano, e sentiamo così il bisogno di dire quelle cose che   tu schiudi la casa dove

 per un motivo o per un altro, non siamo riusciti a comunicare quando l’avevamo di fronte a noi.   la neve volteggia delle cose taciute.

 Troppo forte per Celan il ricordo del distacco doloroso dalla madre per tacerne in quei versi   A seconda del sangue che ti sprizza
 che vengono dopo la tragica perdita, e da queste considerazioni nasce un dialogo a distanza tra   da occhio, bocca ed orecchio

 Adorno e il poeta che porterà lo stesso filosofo a rivedere la sua affermazione sull’arte dopo la   varia la tua chiave.

 tragedia dei campi di sterminio. Secondo le nuove parole di Adorno nella sua Dialettica negativa,

 non è più possibile un’arte serena e dunque una poesia serena, ma non certo la scrittura di una   Varia la tua chiave, varia la parola
 poesia in senso assoluto.  cui è concesso volteggiare coi fiocchi.

 Qualcuno ha paragonato la poesia di Celan ad alcune tele di Chagall, perché come Chagall anche   A seconda del vento che via ti spinge

 Celan intreccia una rete ermetica di simboli ed immagini, Chagall lo fa nel dipinto Il Cristo Ebreo   s’aggruma attorno alla parola la neve.

 dove per l’appunto sono intrecciati i simboli religiosi ebraici con scene di violenza e dolore, con
 l’immagine di Gesù ebreo al centro, con il ventre coperto dal tallit, il mantello quadrangolare

 della tradizione ebraica con un fiocco per ogni lato, indossato dagli uomini durante la preghiera,   L’ospite

 e tutte intorno scene di morte e violenza, fissando tali immagini negli occhi di chi guarda, e   Molto prima di sera
 soprattutto delle future generazioni affinché siano da monito per ciò che è stato e che  potrebbe   torna da te chi ha scambiato il saluto con il buio.

 ancora essere, escludendo con forza ogni banalizzazione della sofferenza.   Molto prima del giorno

 Dunque, bisogna farsi carico ancora di una poesia che, pur non essendo “serena” secondo la   si sveglia
 visione di Adorno, sia generata dal silenzio, dalla perdita. Non si tratta di barbarie ma di “metafisica   e ravviva, prima di andare, un sonno

 del male” ben espressa nel componimento più famoso di Celan, Fuga di morte, composto nel   un sonno, risuonante di passi:

 maggio del 1945. In Fuga di morte il genocidio mette le radici nella memoria collettiva con “l’io   tu lo senti misurare lontananze
 lirico” che scompare cedendo il posto al “noi”,  e là lanci la tua anima.

 un noi che scava una tomba nell’aria e chi vi giace non sta stretto...

 Con Fuga di morte Celan “tramuta in bellezza il dolore”, prendendo in prestito la riflessione del
 poeta polacco Adam Zagajewski, e lo fa con la figura metrica della fuga musicale (all’inizio il

 titolo doveva essere Tango di morte) esprimendosi in tedesco come lingua della sofferenza e   La rosa di nessuno

 come unico mezzo per superarla.
               Cosa è successo? La pietra è uscita dalla montagna.

 Per il poeta le sue radici ebraiche e gli eventi drammatici vissuti durante il nazismo creano   Chi si è svegliato? Tu ed io.

 un conflitto lacerante che si manifesta nell’impossibilità di abbandonare la lingua tedesca pur   Linguaggio. Linguaggio. Con-stella. Vicin-terra.

 continuando i suoi spostamenti, spostamenti che lo portano in Francia, a Parigi, dove dopo un   Più povero. Aperto. Natio.

 apparente periodo di serenità, purtroppo decide di porre fine alla sua vita nella notte tra il 19 ed   Dove siamo andati? Verso il non svanito.
 il 20 aprile 1970, gettandosi nelle acque della Senna da un ponte vicino casa sua.  Con la pietra siamo andati, con noi due.

 Il conflitto interiore profondo che Celan viveva con la lingua tedesca viene ben evidenziato anche   Cuore e cuore. Troppo pesante giudicato.

 da Emil Cioran, il quale quando gli venne chiesto se la morte del poeta fosse stata scatenata   Diventare più pesanti. Essere più leggeri.
 dal suo unico viaggio in Israele avvenuto un anno prima della sua morte, rispose che, secondo

 lui, “il rapporto di Celan con Israele non era particolarmente profondo, ma lo era piuttosto il

 suo rapporto con la lingua tedesca da sempre parlata anche in famiglia. E questo legame così
 naturale gli provocava imbarazzo, perché era proprio in Germania che egli aveva ricevuto gli   Da Poesie inedite (1948-1969)

 onori maggiori.  Io odo così tanto di voi,

               che più non odo che
 Sempre Emil Cioran nei suoi Quaderni descrive Celan in tal modo: “Un uomo affascinante   l’udire,

 e impossibile, feroce, ma con accessi di mitezza che amavo molto e che evitavo per paura di   io vedo così tanto di voi,

 ferirlo, poiché tutto lo feriva. Ogni volta che lo incontravo stavo in guardia e mi controllavo a   che più non vedo che
 tal punto che dopo mezz’ora ero estenuato”.




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