Page 22 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2024
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Svolta del respiro, con una protagonista femminile come interlocutrice nella triplice veste di “madre                                                         Per Celan la parola è corpo, egli “non vedeva nessuna differenza di principio tra una stretta di
               sposa e sorella”.                                                                                                                                             mano e un poema”

               L’affermazione di Adorno sull’impossibilità di una poesia dopo Auschwitz viene interrogata da

               Celan per meglio comprendere il concetto di poesia preso in considerazione dal filosofo Adorno,                                                               1.  Con alterna chiave
               perché nell’animo del poeta vi è quella necessità irrinunciabile di mantenere viva una memoria

               fatta, purtroppo, di occasioni mancate, supportato in questo da quanto scriveva un altro poeta                                                                Da “Di soglia in soglia”

               tanto caro a Celan, ovvero Osip Mandel’stam, che ci racconta quanto in una separazione, i tratti                                                              Con alterna chiave
               di una persona a cui si vuole bene, sfumano, e sentiamo così il bisogno di dire quelle cose che                                                               tu schiudi la casa dove

               per un motivo o per un altro, non siamo riusciti a comunicare quando l’avevamo di fronte a noi.                                                               la neve volteggia delle cose taciute.

               Troppo forte per Celan il ricordo del distacco doloroso dalla madre per tacerne in quei versi                                                                 A seconda del sangue che ti sprizza
               che vengono dopo la tragica perdita, e da queste considerazioni nasce un dialogo a distanza tra                                                               da occhio, bocca ed orecchio

               Adorno e il poeta che porterà lo stesso filosofo a rivedere la sua affermazione sull’arte dopo la                                                             varia la tua chiave.

               tragedia dei campi di sterminio. Secondo le nuove parole di Adorno nella sua Dialettica negativa,

               non è più possibile un’arte serena e dunque una poesia serena, ma non certo la scrittura di una                                                               Varia la tua chiave, varia la parola
               poesia in senso assoluto.                                                                                                                                     cui è concesso volteggiare coi fiocchi.

               Qualcuno ha paragonato la poesia di Celan ad alcune tele di Chagall, perché come Chagall anche                                                                A seconda del vento che via ti spinge

               Celan intreccia una rete ermetica di simboli ed immagini, Chagall lo fa nel dipinto Il Cristo Ebreo                                                           s’aggruma attorno alla parola la neve.

               dove per l’appunto sono intrecciati i simboli religiosi ebraici con scene di violenza e dolore, con
               l’immagine di Gesù ebreo al centro, con il ventre coperto dal tallit, il mantello quadrangolare

               della tradizione ebraica con un fiocco per ogni lato, indossato dagli uomini durante la preghiera,                                                            L’ospite

               e tutte intorno scene di morte e violenza, fissando tali immagini negli occhi di chi guarda, e                                                                Molto prima di sera
               soprattutto delle future generazioni affinché siano da monito per ciò che è stato e che  potrebbe                                                             torna da te chi ha scambiato il saluto con il buio.

               ancora essere, escludendo con forza ogni banalizzazione della sofferenza.                                                                                     Molto prima del giorno

               Dunque, bisogna farsi carico ancora di una poesia che, pur non essendo “serena” secondo la                                                                    si sveglia
               visione di Adorno, sia generata dal silenzio, dalla perdita. Non si tratta di barbarie ma di “metafisica                                                      e ravviva, prima di andare, un sonno

               del male” ben espressa nel componimento più famoso di Celan, Fuga di morte, composto nel                                                                      un sonno, risuonante di passi:

               maggio del 1945. In Fuga di morte il genocidio mette le radici nella memoria collettiva con “l’io                                                             tu lo senti misurare lontananze
               lirico” che scompare cedendo il posto al “noi”,                                                                                                               e là lanci la tua anima.

               un noi che scava una tomba nell’aria e chi vi giace non sta stretto...

               Con Fuga di morte Celan “tramuta in bellezza il dolore”, prendendo in prestito la riflessione del
               poeta polacco Adam Zagajewski, e lo fa con la figura metrica della fuga musicale (all’inizio il

               titolo doveva essere Tango di morte) esprimendosi in tedesco come lingua della sofferenza e                                                                   La rosa di nessuno

               come unico mezzo per superarla.
                                                                                                                                                                             Cosa è successo? La pietra è uscita dalla montagna.

               Per il poeta le sue radici ebraiche e gli eventi drammatici vissuti durante il nazismo creano                                                                 Chi si è svegliato? Tu ed io.

               un conflitto lacerante che si manifesta nell’impossibilità di abbandonare la lingua tedesca pur                                                               Linguaggio. Linguaggio. Con-stella. Vicin-terra.

               continuando i suoi spostamenti, spostamenti che lo portano in Francia, a Parigi, dove dopo un                                                                 Più povero. Aperto. Natio.

               apparente periodo di serenità, purtroppo decide di porre fine alla sua vita nella notte tra il 19 ed                                                          Dove siamo andati? Verso il non svanito.
               il 20 aprile 1970, gettandosi nelle acque della Senna da un ponte vicino casa sua.                                                                            Con la pietra siamo andati, con noi due.

               Il conflitto interiore profondo che Celan viveva con la lingua tedesca viene ben evidenziato anche                                                            Cuore e cuore. Troppo pesante giudicato.

               da Emil Cioran, il quale quando gli venne chiesto se la morte del poeta fosse stata scatenata                                                                 Diventare più pesanti. Essere più leggeri.
               dal suo unico viaggio in Israele avvenuto un anno prima della sua morte, rispose che, secondo

               lui, “il rapporto di Celan con Israele non era particolarmente profondo, ma lo era piuttosto il

               suo rapporto con la lingua tedesca da sempre parlata anche in famiglia. E questo legame così
               naturale gli provocava imbarazzo, perché era proprio in Germania che egli aveva ricevuto gli                                                                  Da Poesie inedite (1948-1969)

               onori maggiori.                                                                                                                                               Io odo così tanto di voi,

                                                                                                                                                                             che più non odo che
               Sempre Emil Cioran nei suoi Quaderni descrive Celan in tal modo: “Un uomo affascinante                                                                        l’udire,

               e impossibile, feroce, ma con accessi di mitezza che amavo molto e che evitavo per paura di                                                                   io vedo così tanto di voi,

               ferirlo, poiché tutto lo feriva. Ogni volta che lo incontravo stavo in guardia e mi controllavo a                                                             che più non vedo che
               tal punto che dopo mezz’ora ero estenuato”.




                22   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                                                                       periodico mensile del gruppo NOIQUI                            23
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