Page 21 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2024
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francesco d’angio’





                                                 Paul Celan e l’epoca dei lupi





 Combatterono nella Seconda Guerra Mondiale, al fianco di un caro   Ma i lupi il branco lo proteggono,

 zio mai conosciuto e piansero insieme a lui per le troppe vite recise,
 dallo strazio del conflitto.   mentre l’uomo costruisce le sue fughe di morte

 Si infransero sulla scogliera insieme alle onde e risucchiati dal mare

 nacquero... come Venere da una conchiglia.
 Assistettero al grande incendio di Roma nel luglio del 64 d.C. sotto

 l’imperatore Nerone e oggi   Dopo Auschwitz non si può scrivere poesia, era il pensiero di Adorno, ma non di Paul Celan, che

 dalla cupola di San Pietro, la donna spiega al figlio la grandiosità   avendo vissuto la tragedia nazista in prima persona, di poesia ne ha scritta eccome, per proseguire

 della città eterna e ne piangono il presente.   l’incontro che il poeta solitario intraprende. La poesia non ha lettori perché è il messaggio
               disperato nella bottiglia, speranzoso di approdare su una spiaggia. Spesso desolata. Eppure,

               qualcuno ci sarà, che in uno sforzo ultimo accoglierà la solitudine di ognuno, salvandoci.

               Paul Celan nasce il 23 novembre del 1920 a Cernauti, nella Bucovina rumena, attualmente
               Ucraina. Il suo vero nome era Antschel diventato poi Celan sotto forma di anagramma in

               ortografia rumena (Ancel), ma soprattutto Celan era di origini ebraiche, con tutto quel che

 Hanno vissuto ogni istante del loro viaggio, felice o triste che sia   comportava essere ebrei durante il periodo della Germania nazista. I genitori ebrei ortodossi di

 stato.        lingua tedesca furono uccisi dai nazisti nei campi di sterminio, per la precisione, il padre morì di
 Hanno corso nel creato, da un’epoca all’altra senza sosta.  tifo e di stenti, mentre la madre fu giustiziata con un colpo alla nuca perché inabile al lavoro. E

 La capacità di viaggiare è prerogativa di quei pochi che sanno farlo   anch’egli dovette subire due anni di lavori forzati, e certo, dopo quell’orrore è straniante scrivere

 e  questi  senza  biglietto  hanno  girato  e  rigirato  nelle  tortuosità   una poesia serena, ma non si può tacere l’infinito dolore, non si può silenziare un requiem per
 dell’esistenza, hanno mangiato e bevuto senza pagare, non hanno   milioni di morti che in un attimo si possono dimenticare, e nello stesso attimo tutto può di

 dormito per non sprecare un solo istante e tutto in pochi minuti...   nuovo accadere.

 in pochi minuti hanno visitato luoghi che l’essere umano non vede   I capisaldi della poetica di Celan sono tre: amore, memoria, e oblio.
 in una vita intera, anche se fosse in viaggio tutti i giorni.   Il primo, l’amore che non ha salvato, la memoria che è in costante pericolo, e l’oblio come

 Hanno provato rabbia, tristezza, gioia e stupore, hanno avuto paura   prolungamento  delle  atrocità  compiute  dalla  bestialità  umana.  A  Celan  riesce  l’impresa  di

 e coraggio.   rendere sublime la tragedia, in risposta all’affermazione di Adorno, senza barattare nulla ma
 Hanno conosciuto la silenziosa compagnia dell’amore.   rendendosi testimone senza compromessi di una delle più grandi tragedie per l’umanità, con una

 Il loro viaggio finisce qui e lo dedicano a coloro che essendo imprigionati da qualcosa che li   purificazione dell’uomo che resta però sullo sfondo incompiuta, sentendo soprattutto dentro di

 trattiene, possono viaggiare solo con la fantasia.  sé il peso insopprimibile del dolore.

 Quanto ha imparato questo ragazzo da sua madre, viaggiando nelle epoche sconosciute, quante   Nel 1945 comincia a girovagare per l’Europa, legge Heiddeger che successivamente ritiene
 emozioni ha vissuto e tutto brevemente. Il tempo, la grande illusione dell’uomo!   complice del nazismo a causa del suo silenzio, in Germania fa parte del “Gruppo 47” grazie

 Adesso è la mia ora, apro la porta e, reale viaggio sia, alla scoperta, ancora, della vita che continua   alla sua amicizia con l’intellettuale Ingeborg Bachmann, intanto le sue condizioni psichiche

 senza indugi e regala sia nel sogno che nella realtà emozioni che scuotono l’essere che freme in   cominciano a peggiorare soprattutto a causa dei brutti ricordi delle persecuzioni naziste, e dopo

 ogni sua cellula per la libertà che, anche se incatenato, mai alcuno gli ruberà! Voglio su di me   un ricovero presso una clinica specializzata, cominciarono ad essere pubblicate le sue prime
 i profumi dei secoli affinché restino imbrigliati nel mio cuore e in un solo sguardo il mondo è   raccolte di poesie fra cui: Di soglia in soglia, La rosa di nessuno, Svolta del respiro, filamenti di sole.

 mio, anche se non mi appartiene.   Il successo di queste raccolte provocò in Celan il timore di “sentirsi a posto con la coscienza”

               dopo aver letto le sue poesie come una forma di penitenza, e soprattutto perché il successo
 Loredana Abatini   maggiore  avveniva in Germania dove  vi  era la fretta  di  voltare pagina, di  seppellire quelle

               atrocità, e chi non ce la faceva a voltare pagina, era avviato verso una sorte ancora più crudele

               che prevedeva spesso il togliersi la vita, divenuta allo stesso tempo insostenibile fardello e grido
               disperato rivolto ad una umanità intera ancora distante dalla sua redenzione, come a voler dire:

               Se io non ce l’ho fatta, non rendete voi vano questo mio estremo gesto.

               Nella trilogia considerata la più significativa tra le opere di Celan, troviamo titoli come Grata
               di parole, punto di partenza dei condannati all’inferno in terra, ovvero coloro che nei vagoni

               piombati conficcavano i loro occhi alla disperata ricerca di un ultimo spiraglio di umanità prima

               di essere deportati nei campi di sterminio, poi c’è La rosa di nessuno, dove l’essere nessuno è la
               cifra assoluta di milioni di esseri umani annullati in ogni aspetto, resi silenti di morte nonostante

               le urla strazianti ed il fumo dei camini forse troppo distanti dall’occhio di Dio, ed infine abbiamo





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