Page 24 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2024
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il vedere, Egli urla forza voialtri dateci dentro scavate e voialtri cantate e suonate
così tanto corre verso di me egli estrae il ferro dalla cinghia lo agita i suoi occhi sono azzurri
con chiacchiere, vangate più a fondo voialtri e voialtri suonate che ancora si balli
che io a volte parlo
come uno che chiacchiera, Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
che io a volte ti beviamo al meriggio e al mattino ti beviamo la sera
parlo come uno beviamo e beviamo
che tace. nella casa c’è un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
Io vivo, forte. i tuoi capelli di cenere Sulamith egli gioca coi serpenti
egli urla suonate la morte suonate più dolce la morte è un maestro tedesco
egli urla violini suonate più tetri e poi salirete come fumo nell’aria
e poi avrete una tomba nelle nubi lì non si sta stretti
Ecco, quando leggiamo una poesia di Celan, “diventiamo più pesanti e siamo più leggeri”,
quando leggiamo una sua poesia, noi stiamo esattamente lì dove dovremmo essere, al centro Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
delle cose del mondo con un linguaggio quotidiano che non gonfia alcunché ma resta ben ti beviamo al meriggio la morte è un maestro tedesco
ancorato all’essenza di pietra delle cose, senza “separare il no dal sì”, (citando Elisa Biagini ti beviamo la sera e al mattino beviamo e beviamo
poetessa e traduttrice di Celan). Seguendo la sua indicazione, la lingua del poeta “parla pur la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
tacendo”, e tace quando è lì in prossimità del nodo sciolto, della parola esatta, altrimenti è il egli ti centra col piombo ti centra con mira perfetta
silenzio e l’essere rarefatto che ci dicono dove la poesia deve affondare nella nera terra come un nella casa c’è un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
aratro (cit. di Mandel’stam). Ma dire l’esatto è tensione che permane nell’ombra, nel profondo e egli aizza i suoi mastini su di noi ci dona una tomba nell’aria
nero della terra, dove germoglia il seme della parola. Una parola nuova che dal buio trae il suo egli gioca coi serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco
respiro, la nuova parola spezzata dalla precedente e che prende nuova vita per cercare la realtà,
perché la realtà non è, la realtà va cercata e conquistata. i tuoi capelli d’oro Margarete
La prima pubblicazione italiana di Celan risale al 1976, qualche anno prima, ancora vivente il i tuoi capelli di cenere Sulamith
poeta, Vittorio Sereni, allora direttore letterario della Mondadori, aveva provato a pubblicarlo
proponendone la traduzione ad Andrea Zanzotto, ma non se ne fece nulla, forse perché Zanzotto
fu “spaventato” dalla complessità di Celan, successivamente Celan è diventato imprescindibile
se si vuole essere padroni della materia poetica.
2. Fuga di morte
da “Papavero e memoria” (“Mohn und Gedachtnis”)
Nero latte dell’alba lo beviamo la sera
lo beviamo al meriggio, al mattino, lo beviamo la notte
beviamo e beviamo
scaviamo una tomba nell’aria lì non si sta stretti
Nella casa c’è un uomo che gioca coi serpenti che scrive
che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d’oro Margarete
lo scrive e va sulla soglia e brillano stelle e richiama i suoi mastini
e richiama i suoi ebrei uscite scavate una tomba nella terra
e comanda i suoi ebrei suonate che ora si balla
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino, al meriggio ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
Nella casa c’è un uomo che gioca coi serpenti che scrive
che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria lì non si sta stretti
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