Page 25 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2024
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il vedere,    Egli urla forza voialtri dateci dentro scavate e voialtri cantate e suonate

 così tanto corre verso di me   egli estrae il ferro dalla cinghia lo agita i suoi occhi sono azzurri

 con chiacchiere,   vangate più a fondo voialtri e voialtri suonate che ancora si balli
 che io a volte parlo

 come uno che chiacchiera,   Nero latte dell’alba ti beviamo la notte

 che io a volte   ti beviamo al meriggio e al mattino ti beviamo la sera

 parlo come uno   beviamo e beviamo
 che tace.     nella casa c’è un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete

 Io vivo, forte.   i tuoi capelli di cenere Sulamith egli gioca coi serpenti

               egli urla suonate la morte suonate più dolce la morte è un maestro tedesco
               egli urla violini suonate più tetri e poi salirete come fumo nell’aria

               e poi avrete una tomba nelle nubi lì non si sta stretti
 Ecco, quando leggiamo una poesia di Celan, “diventiamo più pesanti e siamo più leggeri”,

 quando leggiamo una sua poesia, noi stiamo esattamente lì dove dovremmo essere, al centro   Nero latte dell’alba ti beviamo la notte

 delle cose del mondo con un linguaggio quotidiano che non gonfia alcunché ma resta ben   ti beviamo al meriggio la morte è un maestro tedesco
 ancorato all’essenza di pietra delle cose, senza “separare il no dal sì”, (citando Elisa Biagini   ti beviamo la sera e al mattino beviamo e beviamo

 poetessa e traduttrice di Celan). Seguendo la sua indicazione, la lingua del poeta “parla pur   la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro

 tacendo”, e tace quando è lì in prossimità del nodo sciolto, della parola esatta, altrimenti è il   egli ti centra col piombo ti centra con mira perfetta

 silenzio e l’essere rarefatto che ci dicono dove la poesia deve affondare nella nera terra come un   nella casa c’è un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
 aratro (cit. di Mandel’stam). Ma dire l’esatto è tensione che permane nell’ombra, nel profondo e   egli aizza i suoi mastini su di noi ci dona una tomba nell’aria

 nero della terra, dove germoglia il seme della parola. Una parola nuova che dal buio trae il suo   egli gioca coi serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco

 respiro, la nuova parola spezzata dalla precedente e che prende nuova vita per cercare la realtà,
 perché la realtà non è, la realtà va cercata e conquistata.  i tuoi capelli d’oro Margarete


 La prima pubblicazione italiana di Celan risale al 1976, qualche anno prima, ancora vivente il   i tuoi capelli di cenere Sulamith
 poeta, Vittorio Sereni, allora direttore letterario della Mondadori, aveva provato a pubblicarlo

 proponendone la traduzione ad Andrea Zanzotto, ma non se ne fece nulla, forse perché Zanzotto

 fu “spaventato” dalla complessità di Celan, successivamente Celan è diventato imprescindibile
 se si vuole essere padroni della materia poetica.





 2.  Fuga di morte


 da “Papavero e memoria” (“Mohn und Gedachtnis”)


 Nero latte dell’alba lo beviamo la sera

 lo beviamo al meriggio, al mattino, lo beviamo la notte
 beviamo e beviamo

 scaviamo una tomba nell’aria lì non si sta stretti


 Nella casa c’è un uomo che gioca coi serpenti che scrive

 che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d’oro Margarete

 lo scrive e va sulla soglia e brillano stelle e richiama i suoi mastini
 e richiama i suoi ebrei uscite scavate una tomba nella terra

 e comanda i suoi ebrei suonate che ora si balla


 Nero latte dell’alba ti beviamo la notte

 ti beviamo al mattino, al meriggio ti beviamo la sera

 beviamo e beviamo

 Nella casa c’è un uomo che gioca coi serpenti che scrive
 che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d’oro Margarete

 i tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria lì non si sta stretti







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