Page 70 - RIVISTA NOVEMBRE 2024
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Questo si chiama salvezza. Si chiama capacità di fare pace con il mio cuore bizzarro ma
vero. Significa che posso farcela senza più elemosinare un incontro che viene procrastinato
di giorno in giorno, una chiamata che non giunge mai, un messaggio che non riceverò, un
grazie che non mi sentirò mai dire. Significa forse che ho lasciato andare la pretesa egoistica
di essere amata così come ho amato io. Significa che la saluto, dott.ssa M. Lei è stata il più
bell’incontro dei mei 40 anni su questo pianeta.”
“Eliana, un giorno ci scriverà un libro sulla valigia di cartone?” - disse la dott.ssa- e lo disse con
profonda ammirazione verso quella donna che tra le sue pazienti non avrebbe dimenticato
mai. Forse lo disse per curiosità, perché sapeva che aveva avuto in cura una scrittrice, forse
lo disse perché sapeva che era stato un viaggio prezioso quello compiuto con Eliana e sperava
ne restasse traccia fuori da quella stanza di analisi.
Eliana, chiuse la valigia di cartone. Si alzò, ricomponendosi i capelli rossi, il lungo abito verde
smeraldo: “Certo- disse- ho cominciato ieri notte. Volevo scrivere al mio ex una lunga lettera,
poi ho pensato che le parole sono creature preziose e vadano donate a chi sappia accoglierle
e amarle per come meritano. Un giorno forse il mio ex si troverà ad entrare in una libreria e
leggerà sotto il mio nome e cognome questo titolo e sì, sarà un libro. Ma non il quarto scritto
per lui. Il primo scritto per me.”
“Arrivederci Eliana, buon viaggio per il mondo. Sarò sicuramente io la prima lettrice di questo
suo futuro libro.”
“Arrivederci dottoressa, farebbe l’ultima cosa per me?”
“Certo- disse la dott.ssa M.- cosa?”
“Io non ho genitori, non ho figli e la zia non c’è più. Non ho un compagno. In realtà non
ho nessuno se non le mie parole e la mia capacità di amare. La terrebbe lei la mia valigia di
cartone? Diciamo in custodia, se vogliamo, in affidamento temporaneo. Un giorno tornerò a
riprenderla. Le cose belle vanno condivise e donate a chi sa custodirle con cura e altrettanto
amore.”
La dottoressa M. sporse le mani e afferrò con tenerezza quelle di Eliana.
“Sì, la custodirò io la valigia, Eliana. Non importa quanti anni ci vorranno per venire a
riprenderla. Io aspetterò sempre che lei varchi quella soglia con il suo sorriso seduttivo, il suo
sguardo profondo, il suo cuore immenso e venga a riprendere la valigia di cartone. Grazie
per questo dono di fiducia immenso. Gliene sono e sarò sempre grata.”
20 ottobre 2004
Titolo di giornale in prima pagina: “Trovata senza vita, giovane donna. La polizia indaga
sulle dinamiche del decesso. I sospetti cadono sul suo ex compagno. Una chiamata era giunta
la notte prima sul cellulare della donna. Forse l’uomo aveva chiesto un ultimo incontro dopo
una lunga e tormentata relazione conclusasi senza una apparente ragione. In stato di fermo
l’ex compagno. Si attendono ulteriori aggiornamenti.”
La dott.ssa M. rabbrividì, tramortita dalla notizia brutale, pronunciò tra sorde lacrime un
nome: Eliana. Prese l’auto e corse come una scheggia impazzita allo studio. “La valigia di
cartone- blaterava- devo prendere la valigia di cartone. Devo salvare tutto l’amore del mondo
dal massacro insensato e feroce.”
70 periodico mensile del gruppo NOIQUI