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RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2025     https://www.youtube.com/@noiqui/featured

               Era il tempo della pulizia, dei detersivi, tutto doveva ritornare splendere “AVA
               COME LAVA!” TIDE- OMO- CALINDA- AIAX- e che dire dell’uomo lasciato
               in ammollo con ARIEL! Già da allora si faceva largo l’idea che tutto si poteva
               fare senza tanto sforzo, senza sprechi di energia.
               Così andavamo verso il grande Boom Economico e in virtù di esso approdarono
               a Carosello
               I più grandi attori, i più affermati registi.
               “Con quella bocca può dire ciò che vuole” e Virna Lisi, splendida ancor oggi,
               sorrideva alla nostra nuova sicurezza.
               Ernesto Calindri “contro il logorio della vita moderna” passava giornate intere
               al tavolo di un bar in mezzo ad un incrocio e fu allora che noi bambini incomin-
               ciammo ad apprezzare i carciofi.
               Poi suonò mezzogiorno” Mezzogiorno di cuoco e vedendo la carne Montana che
               stringo, alè vengon tutti a mangiare con Gringo “Avevamo mangiato troppo?
               Niente paura Nicola Arigliano ci suggeriva il digestivo Antonetto “tanto como-
               do che lo puoi prendere anche in tram”.
               “Vitaccia cavallina mi sfugge sempre la parolina “e il succo di frutta Derby
               entrava ufficialmente nel nostro bere quotidiano, perché per noi, come il centu-
               rione romano, oramai quadrati, triangoli e strisce per terra tutto faceva brodo,
               mentre per il caffè c’era Paulista “Carmencita, sei già mia, chiudi il gas e vieni
               via”. Il simpatico messicano sembrava esortarci ad uscire per strada, allo sco-
               perto, fuori dalle mura di casa…mentre l’infallibile Ispettore con aria avvilita
               e togliendosi il cappello, ammetteva il suo più grande sbaglio “Anch’io ho com-
               messo un errore: non ho mai usato la brillantina Linetti.” Mostrando la sua
               enorme pelata!
               Con questo semplice gesto accontentava tutti: i calvi erano confortati, e gli in-
               certi correvano ai ripari. Non più cappelli, berretti e cuffie ma tante teste lucen-
               ti e imbrillantate.
               “Omsa che gambe!” e le donne cominciarono a mostrarle con calze che le rende-
               vano snelle e perfette e con “Cadonet che fissa morbido morbido “impararono
               anche a dire di no muovendo il capo da un lato all’altro con una grazia nuova.
               Carosello che libera prima, che vuota le case e riempie i frigoriferi poi Carosello
               riparatore con la figura della brava donnina di casa che fa torte gigantesche alla
               faccia della sua amica invidiosa Amelia “Brava, brava Maria rosa quante cose
               sai fare tu, qui la vita è sempre rosa solo quando ci sei tu” Ma ora mai era troppo
               tardi! Nessuno prestava ascolto alle bambine di “bella, dolce, cara mammina”
               il lattemiele non ci attraeva più: eravamo cresciuti, eravamo moderni, eravamo
               dinamici proprio come Carosello ci voleva.
               Sapevamo distinguere e scegliere e decidere di seguire la linea nera come l’omet-
               to che “Cerca L’Agostina” o saltare il rigo e scappare.
               Così un bel giorno, dopo circa vent’anni, il siparietto non si alzò più, le fonta-
               nelle smisero di zampillare e la musichetta che per tanto tempo ci rallegrò ogni
               sera cessò.
               …e da allora fu solo pubblicità pura, ma noi, generazione degli anni Cinquanta
               sappiamo difenderci da essa.
               “Non abbiamo mica scritto sulla fronte JOE CONDOR!”










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