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RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2025     https://www.youtube.com/@noiqui/featured

               nell'aria e scaturito da ogni fumaiolo fumante, mischiato alle fragranze sia del
               pane appena sfornato sia delle caldarroste, mi giungeva nitido: ne riuscivo a fiu-
               tare l'invitante aroma, che, penetrando nelle altrui narici, stava richiamando i
               bambini assorbiti dal gioco e scorrazzanti sotto il freddo pungente, i quali riusci-
               vo a visualizzare con indosso miseri abiti sporchi, senza calze e calzanti zoccoli
               di legno. Per l’appunto, ho scorto dei treggi in pietra, ricolmi d’acqua ghiac-
               ciata, sui cui bordi, correndo il rischio di fare un gelido tuffo fuori programma,
               similmente a figli di nessuno, detti pargoli sono poi andati a saltare su e giù.

               Oramai senza sosta, ho ipotizzato l’espandersi negli anni della Fiera di San Giu-
               seppe, patrono dell’allora borgo già dalla metà del XVII secolo, conseguente-
               mente alla sostituzione di San Rocco. Invero, al tempo, era collettiva credenza
               di dover attribuire alla benevolenza del Santo il prodigio della scansata contami-
               nazione della peste, in quella che non era ancora stata proclamata città.
               All’uopo di sopperire alla crisi economica, comunque generatasi in tutta la Li-
               guria, in data 19 marzo, corrispondente alla succitata fiera, venne istituita un'i-
               niziativa commerciale, che vide l'abolizione dei dazi e delle tasse ai commercian-
               ti e agli artigiani presenti al raduno.
               Fu così, che la suddetta fiera mise profonde radici nell’interiorità di qualunque
               spezzino.






               Seguitamente  svolgentesi  in  tre
               giorni, poi ampliatasi in cinque e
               indi ridotta nuovamente a tre, la
               sopraddetta non si rese utile esclu-
               sivamente all'economia: in ciascun
               cittadino, oppure abitante dei pae-
               si facenti parte della provincia, fu
               ed è tuttora portatrice di un senso
               di aggregazione, tanto speciale quanto impossibile da comprendere da chiun-
               que non fosse e non sia natio del posto.

               Dalla fiera al mare, non mi ci è voluto molto... Ergo, ponderando su codesto,
               che, in realtà, era contiguo, parimenti a tuttora, al viale riprodotto nel quadro
               -fonte dell’utopico viaggio nel tempo, all’interno della mia città- come sarebbe
               stato possibile il non soffermarmi mentalmente sui festeggiamenti a tale patri-
               monio naturale?
               Da tempo celebrata anche con uno spettacolo pirotecnico, il quale continua a
               tenere inchiodata, con sguardo strabiliato rivolto al cielo, la gran folla dei cit-
               tadini, prospiciente il golfo, la Festa del Mare, in uso, ogni prima domenica di
               agosto, dal lontano 1925, racchiude in sé il "Palio del Golfo", includente a sua
               volta, nei due giorni precedenti la disfida remiera, la sfilata allegorica dei carri
               per le vie del centro città, con un proprio tema prestabilito.
               Originariamente nato da un'idea di antichi pescatori, il palio corrispose per
               lungo tempo a una sorta di gara tra le imbarcazioni ricolme di pesce e mitili,
               a sfondo unicamente commerciale, la quale, con il passare dei secoli, si è tra-
               sformata in una vera e propria tradizione, ossia una sfida fra le borgate mari-
               nare della riviera, preceduta da lanci dei paracadutisti acrobatici del reparto


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