Page 116 - RIVISTA FEBBRAIO 2025
P. 116
RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2025 https://www.youtube.com/@noiqui/featured
ristoranti e cabine su palafitte offrenti qualsivoglia comodità, consona alle abi-
tudini della maggior parte dell'aristocrazia della città e dintorni, soprattutto
codesta iniziò a riversarsi sulla spiaggia del golfo spezzino, splendida e profonda
insenatura del litorale del Mar Ligure.
Quale apprezzata località vacanziera, dei diversi rampolli dell’élite proliferante
tra il ceto sociale più ricco, colto e raffinato, giustappunto i primi di ambo i sessi,
i quali, intraprendendo l'esperienza di un pediluvio in mare, sfidarono l'indecen-
za, entrarono in acqua con le estremità coperte da calze, dentro scarpe di seta,
raso oppure di vernice come era in uso per i baldanzosi giovanotti.
Ancorata all'immaginazione, mi soffermavo sulle tante donzelle, le quali, tra-
scorrendo ore e ore rilassate sulla spiaggia, onde eludere lo scandalo tralascia-
vano di bagnarsi anche esclusivamente un dito o, al massimo, le più temerarie,
persistendo a calzare calze e scarpe, entravano in acqua allo scopo di rinfrescarsi
i piedi, però con estrema moderazione. Con i loro ombrellini e le simpatiche
cuffiette o ancora cappelli in paglia a tesa larga, al fine di ripararsi dai fastidio-
si raggi solari, che, donando loro una "volgare" abbronzatura, avrebbero inde-
gnamente annientato il candore del loro diafano incarnato, passeggiando con
alterigia in ampie gonne e corsetti aderenti, pur ostentando un fare garbato e
civettuolo, non celavano affatto l'intenzione di attirare gli sguardi dei ragazzot-
ti, i quali, di conseguenza, prendevano a ronzare loro attorno, così come alacre
api in cerca di fiori.
Tornando all’antica tela, la mia mente ha vagato fino al Quartiere Umbertino,
ovvero la mia zona natia, edificato nell’area di Piandarana e circondato su tre
lati da portici, a prescindere dal quarto, su cui si ergeva e si erge tuttora la Chie-
sa della Scorza (in un secondo tempo Nostra Signora della Salute). Fu inaugura-
to dal Re d'Italia Umberto I nel 15 agosto del 1889. Centralmente, vi fu costru-
ita l’attuale piazza denominata Piazza Brin, successivamente arricchita dalla
Fontana delle voci (1955), esagonale e totalmente rivestita da mosaici veneziani,
il cui fulcro era ed è un totem di 750 cm, ricoperto anch'esso da mosaici che lo
rendevano luminoso. Il tutto, per opera dello scultore udinese Mirko Basaldella.
Originariamente, il luogo era acquitrinoso e piuttosto selvaggio.
Sulla scia di quanto appreso in passato, nuovamente sprofondavo nell’oceano
dell'immaginario: individuando alcuni casolari, all'apparenza piuttosto mode-
sti, ho considerato che la gente del posto, prevalentemente dedita alla pesca,
fosse assai semplice e senza pretese. In verità, pare esistesse un forno e, perdipiù,
una locanda in cui i forestieri sostavano a riposare.
Perlustrando il borgo, l’ho visualizzato attraversato da una mulattiera, sulla
quale transitava qualche carro trainato da un mulo, in aggiunta ad asini tra-
sportanti fascine di legna, cosicché rifornire i camini delle rade abitazioni. Aven-
do altresì scorto un pozzo e ritenendolo, per gli scarsi abitanti del posto, fon-
te primaria di approvvigionamento dell’acqua, mi sono figurata una massaia,
munita di due secchi, intenta a prelevarla. Consecutivamente, mi è comparso
un piccolo fiume, solcato da un ponticello. Ai bordi del corso d’acqua dolce, ho
mentalmente notato alcune versatili donne del passato, al momento calatesi
nelle vesti di lavandaie, intente a strofinare e risciacquare i panni di casa. Da
lì, al trasporle nell’allora realtà, in necessario adattamento alla stagione meno
favorevole, allorché le mani si intirizzivano a causa dell'inasprita temperatura
invernale e, per conseguenza, vi si formavano geloni, il passo è stato breve e la
mia pena è stata immensa.
Perdurando nel fantasticare, un persistente odore di legna bruciata, diffuso
pag 116