Page 29 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2023
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CATERINA DE L  EMILIA OTELLO
                ETERNA POESIA

 Occorre un amore grande  E m'inchino dinanzi alla vestale della poesia
 per viverti accanto, amore mio,  che incarna l'amore, la gioia e lo stupore

 e cavalcare un destino   come lo sguardo di un bambino felice

 che è come un puledro avverso,  e di quei sentimenti ne hai piene le mani.
 come una macchina astrusa

 e tu vorresti scendere  O mia amata, tu, che ascolti e accogli

 guardare pascoli azzurri  ogni richiamo dell'anima nostra
 e invece il destino bizzarro  come una Venere, ti aggiri nei viali dell'etere

 sbatacchia le povere ali  e il profumo di sandalo e gelsomino,

 e immiserisce l'amore,    avvolge, inebria e stravolge l'olfatto.
 così, quando è sera

 io mi adagio al tuo lato  Tu, farfalla dai mille colori,
 come una vergine stanca  che sforgi con grande eleganza

 né so cosa tu mi puoi dare  e fai di ogni inverno primavera.

 né sai cos'io voglia dire.   Ascolti le urla, il pianto, le pene
 aldamerini     che devastano il mondo

                e ridoni pace all'animo tumultuoso.

 Opera di Caterina De L
                Sei madre e padre che accogli nel tuo grembo

                e partorisci figli adorati, eterne parole d'amore

                perle in fili d'oro, nel mare delle emozioni

 GIUSEPPE PIPPO GUARAGNA  e come Diana, lanci frecce infuocate
 E TI RITROVI LÌ  quel luogo di silenzi e pentimenti,  e sgorgano fluide parole tra le tue acque.

 Nell’agonia di un giorno disperato,  dove non trova asilo più il perdono
 quando ti sfugge il senso della vita,  tra satanassi e giudici impietosi.  Eppur di te, o mia amata,

 e cieco sei, come di giorno il gufo,  non apprezzano l'edificio e l'ombrello

 ti tornano alla mente le visioni  Si spegne nella notte questo giorno,  che accoglie e unisce
 di chi ti fece Dio senza emozioni.  sporco di stelle il cielo e tutt’intorno  insanguinano le tue ali di piume,

 niente profumi e brezze ad allietare,  e trafiggono la tua fiorente bellezza,

 Scomparsi tutti gli ori dall’altare,  spoglio il roseto, ingiallito il prato,  sui banchi ti svendono come mercé
 le coppe smeraldine e gli immortali,  insegui ciò che definisce il fato.  come tu fossi una cocotte da quattro soldi.

 senti chiamare il cupo caprimulgo

 le anime beate e le dannate.  Tra falchi bruni e aquile dorate,  Tu eterna melodia, canto d'amore,
 Dove l’eterno è notte l’accompagna.  potrà mai ritrovar la gabbianella,  dea, che accogli anche la morte,

 quell’anima gentile eppur straziata,  sei semplicemente la mia amata,

 E ti ritrovi lì tra gli asfodeli  con l’anima fremente nella sera,  tu, eterna poesia, che unisci due mondi.
 e guardi dai confini dell’angoscia,  la via che la riporta a primavera?






































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