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questi intrallazzi, sono sempre le popolazioni civili a farne le spese. Gli Italiani,
come i tedeschi nazisti.
Nel frattempo, in tutta la Jugoslavia si organizza il movimento partigiano
guidato dal comunista Tito e, dopo l’armistizio di Cassibile, l’8 settembre 1943
in assenza di un governo centralizzato, privo di direttive ben precise, gli italiani
si ritrovarono soli e allo sbando, cosicché Tito che nel frattempo aveva liberato
il paese, diede vita ad una spietata rivincita contro gli italiani. Moltissimi scap-
parono e chi non ci riuscì, fu gettato vivo o morto nelle foibe, cavità naturali
tipiche delle regioni carsiche o deportati nei campi di concentramento. Nessuna
pietà per coloro che avevano voluto annichilire una intera etnia.
Il 10 febbraio 1947 viene firmato il trattato di pace che assegnava l’Istria, la
Dalmazia e parte della Venezia Giulia alla Jugoslavia e proprio il 10 febbraio è la
data che la nostra Repubblica ha scelto, con la legge del 30 marzo 2004, affinché
il ricordo di comportamenti scellerati e disumani non vengano più reiterati.
Il 10 febbraio è una data simbolica, come il 27 gennaio, la Giornata della Me-
moria, ma dietro a queste date è nascosto un messaggio denso di riflessioni per-
ché quei fatti, vergognosi, non cadano nell’oblio. Quello che si dimentica, è come
se non fosse mai successo e tramandare questi pezzi di storia è un dovere.
Tutti noi siamo inesorabilmente custodi dei nostri tempi, testimoni di una
memoria di cui non sempre si può esserne fieri, ma che deve essere conosciuta e
tramanda.
Gabriella Fortuna
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