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RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2025     https://www.youtube.com/@noiqui/featured
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                   RIS VIGNOLA



                                OLtrEPASSAndO IL tEmPO




                Non ricordo dove l'ho notato; ciononostante, di fronte allo splendore del dipin-
                to, al momento non espressamente arrivatomi attraverso la tecnica pittorica
                dell'autore, bensì da ciò che costui aveva inteso rappresentare, ne sono rimasta
                estasiata.
                Tanto inaspettatamente quanto immediatamente, oltrepassando il tempo la
                mia mente si è proiettata all'interno del lungo viale, costeggiato da due ordina-
                te file di platani assai imponenti, i cui rami, congiungendosi, facevano sì che le
                rigogliose fronde descrivessero un verdeggiante tunnel naturale, ombreggiante
                la sterrata strada sottostante, quasi al fine di concedere ristoro agli abitanti
                della zona e altresì a occasionali viandanti. Sotto il carezzevole afflato della
                brezza, proveniente dall'attiguo mare, le cospicue foglie parevano fremere.
                A palpebre socchiuse, riuscivo a recepire l'acre effluvio delle particelle di salma-
                stro, satollante le nari e, di conseguenza, a compiacermene.
                Nel silenzio emanato dal contesto pressoché campestre, sapientemente impres-
                so sulla tela, rimanevo in attesa di udire il rumore delle ruote di una chimerica
                e romantica carrozza, nonché lo scalpiccìo dei cavalli che, nel solcare il terreno
                di quello che attualmente è Viale San Bartolomeo (all'epoca Via Costanzo Cia-
                no) la trainavano, in tale riproduzione attinente a un'epoca remota, ergo quasi
                irriconoscibile in rapporto alla contemporaneità.




























                Per me era un tutt'uno fantasticare in merito a ipotetici galantuomini, indos-
                santi pastrani in fustagno di lana, con bottoni, maniche, bavero e pistagna,
                oltre a scarpe in pelle nera con fibbia, da usare essenzialmente in particola-
                ri circostanze e persino complementari cilindri della medesima tonalità sul
                capo, nel mentre che passeggiavano lentamente in solitudine, se non in buona
                compagnia, cosicché potersi beare lungamente del cantilenante mormorio del
                mare, dal sapore di un magico canto, prima di accedere al centro città, nel
                quartiere di Via del Prione, situato ai piedi della collina del Poggio. Fantasti-
                cavo su costoro seduti al tavolo di un elegante locale, dove, magari affiancati

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